Berlino ( Luigi Pereira – Start) – Che cosa succede all’economia tedesca? Oggi il governo ha dimezzato le stime della crescita e nei giorni scorsi tutti i principali indici congiunturali erano in negativo. Secondo le previsioni del governo tedesco la Germani è ferma allo 0,5% per quest’anno. Si tratta dell’ennesima revisione al ribasso rispetto al +2,1% previsto l’anno scorso. Per il 2020 la crescita è stimata a +1,5%.
Le parole di Altmaier
La Germania sta investendo in modo massiccio in infrastrutture, nella ricerca e nella scuola ma “l’attuale fase di debolezza della nostra economia deve darci la sveglia”, ha detto il ministro dell’economia Peter Altmaier in una nota citata da Bloomberg.
Germania all’angolo
Quella di oggi è l’ultima delle pessime notizie congiunturali per l’economia tedesca. Nei giorni scorsi l’indice Pmi manifatturiero tedesco è sceso a 44,7% a marzo dal 47,6% di febbraio, al contrario delle attese che lo prevedevano in rialzo a 48. L’indicatore preliminare è stato diffuso da IHS Markit. L’indice composito tedesco è sceso a marzo a 51,5 dal 52,8 di febbraio e quello relativo ai servizi a 54,9 dal 55,3. Il livello dell’indice manifatturiero è il minimo da oltre sei anni. Anche sul fronte dell’occupazione emerge un rallentamento significativo, mentre resta solida la domanda. econdo Phil Smith, economista di IHS Markit, “il rallentamento sta diventando più evidente in Germania, causato dall’incertezza legata alla Brexit e dalle tensioni tra Cina e Stati Uniti, dall’andamento negativo del settore auto e dalla sofferenza generalizzata della domanda globale”.
Esportazioni in calo
Gli economisti di Ihs Markit hanno evidenziato come i flussi di nuovi ordini per le aziende sono scesi per il terzo mese consecutivo. Il calo è “largamente dovuto al crollo della domanda per l’export, calata per il settimo mese consecutivo, al tasso più rapido dall’agosto 2012”. I manager intervistati da Ihs hanno riferito di aver registrato un “ritardo nelle decisioni di investimento dei clienti per le numerose incertezze, oltre che una persistente debolezza del comparto auto”.