Ansa – “Volevo farlo come un dono di una madre a suo figlio”, così Cecile Eledge, 61 anni, ha commentato la nascita di una bambina concepita in vitro che ha messo al mondo in Nebraska per conto del figlio gay Matthew, sposato con Elliott Dougherty. È la prima bambina al mondo partorita da sua nonna, con una fecondazione artificiale che ha coinvolto anche la sorella di Dougherty.
Matthew aveva perso il lavoro di insegnante in una scuola cattolica del Nebraska dopo aver annunciato il suo matrimonio. La coppia temeva di non ottenere il permesso di adottare un bambino in quello stato conservatore. Così ha deciso di tentare la fecondazione in vitro: la sorella di Dougherty, Lea Yribe, ha donato i suoi ovuli, Eledge lo sperma, in modo che il nascituro avrebbe avuto il materiale genetico da entrambe le parti della famiglia.
La madre di Eledge si è offerta di portare a termine la gravidanza, dopo che i medici avevano accertato il suo ottimo stato di salute. Uma Louise Dougherty Eledge è venuta alla luce due settimane fa. Da allora sui social si è aperto un dibattito, con molti commenti positivi, che evidenziano la grande unità e solidarietà delle due famiglie, che hanno combattuto ogni stereotipo sessista partecipando insieme a un evento senza precedenti. Non mancano i commenti negativi e omofobi, e le insinuazioni – infondate – che Eledge abbia fatto sesso con sua madre.