Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e stavolta mi tocca scrivere del buco di Amag Ambiente. Faccio riferimento all’articolo pubblicato mercoledì 20 marzo su La Stampa che denuncia un passivo di ben 29 milioni di euro necessari per garantire il servizio di raccolta dei rifiuti urbani. Viene quasi da dire, ricorrendo ad una metafora tragicomica che Amag Ambiente (ma anche il gruppo Amag al completo?) si trova “alla canna del gas”.
L’amministrazione comunale dal canto suo, non essendo in grado di assicurare le necessarie risorse finanziarie, pensa di risolvere il problema ricorrendo all’affidamento della riscossione della TA.RI (tariffa rifiuti) ad una società privata.
Forse gli alessandrini non ricordano che il Comune di Alessandria nell’anno 2010 (per la precisione il 26/02/2010) sulla scorta di una norma imperativa dello Stato che aveva stabilito la cessazione obbligatoria e definitiva dell’attività di Equitalia nell’ambito della riscossione dei tributi locali, si era dotata di una struttura societaria, “AL.TRI S.p.A.” appunto, a cui dovevano essere affidati i servizi di accertamento e riscossione di tutti i tributi locali.
La situazione dell’accertamento e della riscossione delle Entrate Tributarie del Comune di Alessandria era svolta da:
• Ufficio ICI del Comune per ICI/IMU con riscossione affidata ad Equitalia;
• Consorzio di Bacino Alessandrino per la raccolta dei rifiuti e per la TIA (ora TA.RI) con riscossione Equitalia;
• ASpal S.r.l. per Cosap, ICP e Affissioni con riscossione diretta;
• Vigili Urbani per multe e sanzioni amministrative.
Ciò comportava l’utilizzo per ciascun Ente di diversi archivi, anagrafe, procedure informatiche e il personale, pur qualificato, addetto alla gestione di un unico tributo.
Di fatto ne conseguiva un minor importo incassato sia determinato dall’accertamento (ICI-IMU e TIA in particolare), sia dal recupero del moroso. Il termine per il recupero è di 5 anni, quindi l’eventuale inattività pregiudica l’incasso del pregresso stante l’immanenza della prescrizione.
Equitalia dopo numerosi rinvii avrebbe dovuto cessare la propria attività per gli enti locali a decorrere dal primo gennaio 2013.
L’obiettivo di AL.TRI S.p.A., quindi, era di integrare e razionalizzare tutte le differenti tipologie di entrate tributarie del comune. Ciò consentiva inoltre di ottenere un’economia di scala nelle fasi di gestione dell’accertamento e della riscossione; inoltre l’utilizzo dei dati messi a disposizione dall’agenzia del territorio inoltre si potevano integrare i dati relativi a ICI-IMU con quelli TIA e l’identificazione di aree edificabili.
Un ulteriore e significativo vantaggio derivava agli utenti che anche oggi sono costretti a girovagare per diversi uffici onde potere adempiere ai loro obblighi contributivi.
Nelle intenzioni era previsto che la società, a totale partecipazione pubblica, potesse eseguire la riscossione per altri Comuni, diventando così una fonte di ulteriori entrate. il personale di AL.TRI S.p.A. sarebbe stato costituito da dipendenti provenienti dal Consorzio di bacino per la raccolta di rifiuti; dall’Uffici ICI/IMU e servizio tributario del Comune di Alessandria, dall’Aspal S.r.l. e non si sarebbe proceduto ad alcuna nuova assunzione.
La sede era stata individuata in Via San Lorenzo nei locali ristrutturati del vecchio mercato coperto.
La scelta, non casuale, aveva come ulteriore positiva conseguenza quella di far affluire un numero di persone stimate in circa 250 al giorno, fra dipendenti e utenza, che avrebbero potuto rivitalizzare le agonizzanti attività commerciali della via.
La società dopo un lungo periodo di gestazione nel mese di Maggio del 2012 era pronta ad iniziare l’attività ma, essendo in periodo elettorale, l’amministrazione dimissionaria preferì, correttamente, attendere l’insediamento di quella subentrante che sarebbe uscita dalla consultazione che dette origine all’amministrazione guidata dalla Sindaca Rossa Rf,
La Giunta, con i primi sciagurati provvedimenti in data 28.06.2012 deliberò lo scioglimento e la messa in liquidazione della società senza minimamente eseguire una benché minima analisi delle nefaste conseguenze che tale provvedimento avrebbe comportato.
Infatti il 4 settembre 2012 l’Assemblea Straordinaria recependo la delibera comunale mise in liquidazione la società. Nella successiva Assemblea Straordinaria dell’8 febbraio 2013 rilevò la necessità che il socio unico fosse disponibile ad impegnare a bilancio del Comune di Alessandria la somma di €. 484.687,10 a copertura del rischio di debito; in caso contrario il liquidatore si vedeva costretto ad attivare la procedura concorsuale di legge presentando istanza di fallimento in proprio presso i competenti Organi Giudiziari.
Nella stessa sede il delegato del socio unico dichiarava che il Comune di Alessandria non era nelle condizioni di far fronte alla situazione debitoria della società AL.TRI S.p.A. e richiedeva, pertanto, al liquidatore di procedere alla presentazione dell’istanza fallimentare.
Il fallimento veniva dichiarato dal Tribunale di Alessandria con sentenza emessa il 26 luglio 2013.
La conclusione della vicenda conferma la miopia politica mista a malafede di certe Amministrazioni che si sono succedute a Palazzo Rosso vittime dell’insano principio che le iniziative dell’avversario politico devono essere contrastate “a prescindere” senza valutare le conseguenze che ne derivano.
Si tenga presente che una prudenziale valutazione del recupero tributario, tenuto conto che la società AL.TRI S.p.A., oltre che poteri di riscossione aveva anche quelli di accertamento, avrebbe portato nelle casse pubbliche oltre €. 3.000.000,00 all’anno quale recupero di evasione, all’anno senza sostenere ulteriori spese correnti.
La società inoltre essendo pubblica, avrebbe anche efficientato i passaggi burocratici all’interno del Comune avendo un accesso facilitato ai suoi “data base”.
Tutto questo non è stato realizzato, sicché anche la Corte dei Conti, nelle pesanti censure fatte
all’amministrazione comunale sui bilanci a decorre dall’anno 2012, ha evidenziato l’incapacità dell’ente ha riscuotere i tributi.
Ora si corre ai ripari affidando ad una società privata l’esazione della TARI, (la riscossione degli altri tributi minori è già stata esternalizzata) ma a quali costi? E soprattutto con quali risultati? Purtroppo ad Alessandria si sono succedute amministrazioni che hanno messo in mostra incapacità e assoluta mancanza di visione politica ed amministrativa esercitandosi, viene da dire… con successo, a peggiorare ogni situazione e ad aumentare il decadimento.
Questa è la storia di “AL.TRI S.p.A.” una società pubblica che è morta prima di venire alla luce per volere di una sindaca sfasciacarrozze.
E io pago.