Cuccaro Monferrato (Max Corradi) – Francamente, non pensavo saremmo mai tornati sulla vicenda e invece rieccoci qui a parlare dell’orgoglio cuccarese, indomabile moto dell’anima che scalpita addirittura sotto le tonache degli uomini di chiesa. Uno, nello specifico: Don Germano Rota (nella foto), parroco di Cuccaro (e di Camagna), la cui omelia di domenica scorsa avrebbe forse sconcertato i più, ma non i fieri cittadini dell’antico borgo piemontese, i quali, invece di guardarsi l’un l’altro con aria perplessa, sembrano aver apprezzato le esternazioni del sacerdote contrario alla creazione del nuovo comune denominato “Lu e Cuccaro Monferrato”.
In buona sostanza Don Rota, durante la messa di domenica scorsa, si è pubblicamente schierato in opposizione a coloro che sostengono la validità del referendum attraverso cui si è poi giunti alla fusione dei due comuni monferrini di Cuccaro e Lu, parlando di decisione “che non ha tenuto conto democraticamente del parere della popolazione” (il numero complessivo dei voti degli abitanti di Cuccaro e Lu dava vincente il Sì, ma la maggioranza dei cuccaresi aveva votato NO). Non solo, ma ha anche citato a mo’ d’esempio positivo il caso del comune di Camagna, che si sarebbe voluto incorporare a quello di Casale ma che è poi rimasto cosa a sé perché “il sindaco del paese ha tenuto conto della volontà dei cittadini”. Ed ecco quindi la stoccatina a Fabio Bellinaso, sindaco di Cuccaro.
Ora, a voler puntualizzare, potremmo dire che l’incorporazione di un piccolo comune in uno che ha le caratteristiche di una cittadina (questo il caso di Camagna e Casale) sia ben altra cosa rispetto alla fusione che si andrà ad operare fra Cuccaro e Lu. Ma volentieri tralasciamo ulteriori considerazioni in merito poiché, a nostro parere, il bello è venuto dopo, a conclusione della messa, quando il parroco si è addirittura scusato coi fedeli “per non aver pregato abbastanza o fatto penitenza al fine di evitare la fusione”. E a quel punto, manco a dirlo, giù applausi. Ai quali ci uniamo anche noi, ma sostanzialmente perché, a fare certe affermazioni, ci vuole, come si suol dire, un bel becco. E il buon Don Rota ce l’ha.
Se allora la nostra simpatia umana nei suoi confronti è massima, nondimeno è con un po’ di preoccupazione che accogliamo queste scuse ai parrocchiani, essendo che, in tempi dove si prega poco, ma nei quali di preghiere c’è un gran bisogno, sarebbe forse il caso che almeno i ministri della chiesa le indirizzassero a scongiurare ben altro che il “matrimonio” fra due borghi monferrini. Tanto più che tra materialismo sfrenato, uteri in affitto ed educazione al caos promossa come chiave d’accesso all’emancipazione dell’umanità, hai voglia a far penitenze!
Orgoglio cuccarese: “Non ho pregato abbastanza per evitare la fusione con Lu” ammette il parroco. E giù applausi
