Roma (Giulia Giacobini) – Quarantuno migranti eritrei che erano a bordo della Diciotti, la nave della Guardia costiera italiana coinvolta in un salvataggio nel Mediterraneo lo scorso agosto, e rimasta in mare per giorni in attesa di ricevere l’autorizzazione allo sbarco, hanno chiesto al ministro dell’Interno Matteo Salvini e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte un risarcimento danni compreso tra 42.000 e 71.000 euro. La richiesta è stata presentata da un ufficio legale di Roma con un ricorso d’urgenza al tribunale civile. I legali dei migranti, tra cui è compreso anche un minore, contestano al governo di aver ingiustamente privato i loro assistiti della libertà personale. Tra il salvataggio e in mare e lo sbarco erano passati dieci giorni (il 21 agosto la nave aveva ottenuto il permesso di attraccare al porto di Catania, ma non quello di sbarcare). La presunta ingiustificata privazione della libertà personale dei 137 migranti della Diciotti è uno dei reati che il Tribunale dei ministri di Catania contesta a Salvini (sequestro di persona a scopo di coazione) e per il quale, nei giorni scorsi, ha chiesto l’autorizzazione a procedere. Questa è stata negata sia dalla Giunta per le autorizzazione a procedere sia da parte degli iscritti a Rousseau, la piattaforma del Movimento 5 stelle, con un voto online. Sulla richiesta di autorizzazione deve ora pronunciarsi il Senato, Camera cui appartiene Salvini. Il verdetto arriverà entro il 24 marzo.