Alessandria (Roberto Cavallero) – Su Aral, la società consortile dello smaltimento rifiuti, la questione sta cominciando a diventare quantomeno strana.
Strana perché, notizia di oggi, venerdì 8 febbraio, su un quotidiano online alessandrino si parla di un altro passo avanti verso il suo salvataggio in quanto, giovedì sera, l’assemblea dei soci nel corso di una riunione ha approvato a maggioranza tre punti all’ordine del giorno, due dei quali consentirebbero di attuare il piano di salvataggio.
Nell’articolo si parla di una “modifica statutaria” che darebbe la possibilità ad Aral di tornare a lavorare “in house” con l’ingresso di un nuovo socio, Amiu Genova che avrebbe una quota del 2% mentre il Comune di Alessandria, che attualmente detiene il 93% delle quote, scenderebbe al 91%, mantenendo saldamente in mano la maggioranza.
Su questa modifica solo i comuni di Alessandria, Ponzano e Quattordio si sarebbero espressi senza riserve, essendo gli unici ad aver già approvato, in sede di consiglio comunale, le rispettive delibere.
Il 22 febbraio l’azienda dovrà presentare il piano di concordato in tribunale e, secondo quanto dichiarato dall’assessore all’Ambiente Paolo Borasio, “era impensabile attendere che tutti i Comuni soci dell’azienda, che sono 31, passassero prima dal voto dei rispettivi consigli comunali. Alessandria, in questo caso, ha fatto valere tutto il suo peso”.
Nel merito si sono astenuti i comuni di Valenza e Bosco Marengo mentre non hanno partecipato al voto Solero e Occimiano, in quanto creditori di Aral, oltre che soci.
A loro, si legge, come a tutti i creditori dell’azienda, sarà riconosciuto un pagamento dei debiti pari circa al 90%.
Una domanda, però, sorge spontanea: con quali soldi?
Come noto, la vicenda Aral sta tenendo banco ormai da diversi mesi. L’estate scorsa il commissario Alessandro Giacchetti aveva presentato in Tribunale la domanda per ammettere Aral Spa al concordato preventivo. La giudice della sezione fallimentare, Caterina Santinello, aveva accettato la richiesta, ma questo non voleva dire niente perché per concedere il concordato preventivo occorrevano requisiti che Aral non aveva in quanto, per un concordato, in cassa qualcosa bisogna pur avere.
Poi bisogna presentare la contabilità a posto ed aggiornata mentre Aral non l’ha.
L’unica strada da percorrere era il bando di gara per assegnare il servizio di smaltimento rifiuti.
A fine dicembre 2018, poi, la notizia dell’arrivo di una lettera a Palazzo Rosso, sede del Comune alessandrino, in cui si prospettava che Amiu Genova aveva manifestato interesse a diventare socio di Aral.
Si parlava di un’offerta che andava dal 10 al 20% delle quote, e tutti, sull’onda dell’entusiasmo, Ato (Ambito Territoriale Ottimale) per prima, facevano sapere che questa opportunità avrebbe consentito di far quadrare i conti, dando la stura ai numerosi pareri favorevoli che ad Aral potesse essere affidato il trattamento dei rifiuti provenienti da Genova senza gara.
Ma tutto ciò, in teoria, non sarebbe possibile in quanto Aral è sotto procedura concordataria.
Senza dimenticare, poi, che su di essa pendono due procedimenti penali inerenti i due incendi dolosi di Solero e di Castelceriolo.
Adesso la notizia che, con questa modifica statutaria approvata in seguito all’assemblea dei soci che si è tenuta giovedì sera, Aral tornerebbe a lavorare “in house” con l’ingresso di un nuovo socio, appunto Amiu Genova.
Ma si è davvero certi di questo, cioè che Amiu Genova entri a far parte, come nuovo socio, dell’universo Aral?
Questo è, infatti, un punto saliente di tutta l’intricata vicenda, in vista della (presunta) attuazione di un piano di salvataggio della società consortile alessandrina il cui termine ultimo è il 22 febbraio.