da Quifinanza.it – Nel “Decretone” che ha introdotto Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, anche le nuove modalità per il riscatto della laurea “agevolato”, riservato agli under 45, ovvero l’inserimento degli anni di studio universitari ai fini pensionistici, che prevede in questo caso, il pagamento di una somma a forfait per ogni anno riscattato.
Il riscatto “light” degli anni di laurea, di fatto, prevede che nel 2019 un lavoratore possa riscattare gli anni di studio universitari, con un importo minore rispetto al riscatto ordinario, ma con alcune limitazioni.
Pro e contro
Una opzione che offre più di qualche vantaggio, rispetto alla quale, come sempre, però occorre analizzare pro e contro per meglio valutare l’opportunità di ricorrere a questa soluzione oppure no. Il pro, come lascia presagire il termine “forfait” è che costa meno, ma ha anche un effetto ridotto sull’importo della futura pensione.
Partiamo dai paletti
Anzitutto, come detto, per accedere al riscatto agevolato bisognerà soddisfare un requisito anagrafico, ovvero bisognerà avere meno di 45 anni di età. Ciò dunque non riguarderà chi aspira alla quota 100, in quanto dovrà aver compiuto 62 anni entro il 31 dicembre 2018.
Il secondo requisito consiste nel fatto che il riscatto agevolato può essere utilizzato solo se il periodo del corso legale di studi si trova in un arco temporale di competenza del metodo contributivo.
Ciò significa che chi richiede il riscatto dovrà avere studiato, almeno in parte, dal 1996 in poi. Per ottenere il riscatto, il soggetto dovrà avere terminato il percorso di studi e avere ottenuto il titolo e, soprattutto, non dovrà avere lavorato durante gli anni universitari. Nel caso, infatti, i periodi di studio fossero coperti da contribuzione obbligatoria, non sarà possibile ottenere il riscatto, eccezion fatta per eventuali periodi non coperti (lavori estivi o di breve durata).
Il costo del riscatto agevolato si calcola moltiplicando l’aliquota Ivs vigente (33%) per il reddito minimo soggetto a imposizione della Gestione Inps di artigiani e commercianti, pari a 15.710 euro nel 2018 e incrementato dell’1,1% nel 2019, per una spesa di 5.240 euro circa per ogni anno riscattato.
Alla luce dei calcoli citati sopra, si può affermare dunque che l’importo varia tra i 15mila euro per una laurea breve e i 25mila per un corso di laurea completo.
Forfait o tradizionale?
Un metodo sicuramente meno costoso che garantisce di fatto un consistente risparmio rispetto a quello tradizionale per i periodi contributivi, che prende invece come riferimento non una base forfettaria ma l’ultima retribuzione imponibile del lavoratore prima della richiesta per applicare la percentuale del 33 per cento. Quindi il risparmio sarà tanto maggiore quanto più guadagnerà il lavoratore al momento della richiesta.
Come riporta il Sole 24 Ore, va però considerato che il titolare di un reddito lordo di 40mila euro che riscatti un corso di studi di quattro anni, pagherà quasi 53.000 euro, ma – rateizzando in 10 anni- avrà un risparmio d’imposta di almeno 21.000 euro (il 41% del riscatto sarà quindi pagato dalla deducibilità fiscale). A fronte di questo costo maggiore rispetto al riscatto “forfettizzato” la pensione futura aumenterà però di almeno 225 euro lordi mensili, dunque più del doppio di quello prodotto dal riscatto di laurea agevolato.