Frugarolo (Roberto Cavallero) – Ha sollevato un’alzata di scudi la notizia che nel territorio comunale di Frugarolo e, in parte, in quello di Casal Cermelli, in località Cascina Pitocca per la precisione (vedere cartina topografica), come anche pubblicato sul sito della Provincia di Alessandria, sorgerà una discarica “di soli rifiuti non pericolosi” .
Il progetto prevede di utilizzare una cava di 345.800 mq a 500 metri dal torrente Orba per ricavare una discarica da 231.500 mq dove, nell’arco di 8 anni, saranno conferiti 965.000 mc di rifiuti urbani. Le proteste giungono principalmente dai comitati ambientalisti della zona: Vivere a Predosa, Sezzadio per l’Ambiente, Legambiente Ovadese e Valle Stura, Legambiente Val Lemme, Possibile Alessandria (comitato Macchiarossa) che hanno firmato un documento in cui si legge che si opporranno “a chi vuole considerare l’Alessandrino come una gigantesca pattumiera, in nome di interessi economici di pochi”.
Secondo la società proponente, La Filippa 2.0 con sede a Genova in via D’Annunzio 1, la realizzazione della discarica andrebbe a riqualificare una vasta area di cava per fini turistico-ricreativi.
Una volta completata l’operazione, tra circa 8/10 anni, la zona, nelle intenzioni dei progettisti, dovrebbe infatti diventare “un green park”: un parco dove si potrà seguire un percorso ciclopedonale che riprenderà il tema del Po, come peraltro affermato, di recente, dal Responsabile Relazioni Esterne della società proponente.
Sempre secondo quanto spiegato dalla società genovese, la nuova discarica è chiamata così solo perché l’area sarà riempita per il 50% con terre di recupero e materiali naturali e per la restante metà con “rifiuti non pericolosi”. Si tratterebbe quindi di una “discarica di nuova generazione” come ha voluto sottolineare la proponente.
Si chiami come si vuole, il progetto in questione, nonostante che la valutazione di impatto ambientale non è ancora formalmente partita, ha sollevato già parecchi dubbi.
In primis dai comitati ambientalisti della zona e poi, ovviamente, anche da parte dei sindaci come il primo cittadino di Frugarolo, Martino Valdenassi che, ovviamente, come da lui stesso dichiarato, non vuole mettersi subito di traverso senza prima aver analizzato i dati tecnici come, ad esempio, i codici rifiuto.
Da parte loro i comitati ambientalisti, invece, sono stati decisamente chiari nei confronti dei sindaci interessati affinché : “non si lascino illudere dai meravigliosi progetti di strutture turistico-ricreative che solitamente vengono proposti al di sopra delle discariche all’esaurimento delle stesse e tantomeno dalle compensazioni proposte dalle società proponenti”.
Dunque che cosa ci sarà da aspettarsi da questo nuovo progetto?
Sarà davvero una discarica di rifiuti non pericolosi e di nuova generazione con tanto di “green park” sopra di esso oppure fanno bene i comitati ambientalisti ad esortare i sindaci dei comuni interessati a non fidarsi della società proponente?
Certo, in provincia di Alessandria se si parla di discariche non può non tornare alla mente un periodo importante, l’aprile 2015.
L’allora sindaco di Alessandria, Rita Rossa, aveva infatti deliberato di concedere a Cociv, il general contractor incaricato di realizzare il Terzo Valico, l’uso delle cave di Spinetta Marengo per smaltire lo smarino.
Una decisione che aveva scatenato le proteste dei residente con manifestazioni, incontri, esposti, tutto per rimediare ad un errore ritenuto fatale.
In quella zona, infatti, secondo attenti e monitorati studi idrogeologici, si trova una falda acquifera enorme, profonda fino a 1.500 metri sotto il livello del mare. Eppure, nonostante fossero stata esposta tutta una serie di pubblicazioni e studi sull’ubicazione di eventuali falde profonde, il nulla osta ai lavori era stato dato.
Lo stesso vale per la discarica Riccoboni di Sezzadio che, se realizzata, verrebbe a trovarsi su falde aventi uno spessore utile di almeno 500 metri, per di più facendo parte di un “cono” di falde largo una cinquantina di chilometri con uno spessore utile, verso il centro, di più di 900 metri.
Si tratta quindi di un’unica grande riserva d’acqua che bisogna difendere. In pratica, inquinando a Sezzadio, a Spinetta Marengo, a Solero o a Novi Ligure, si ottiene lo stesso risultato: distrugge la riserva idrica di chi abita lì, ma anche di quelli che abitano lontano, ad esempio nell’acquese e nel tortonese, e anche oltre.
Quindi, se tanto mi da tanto, potrebbe accadere la stessa cosa anche col progetto della nuova discarica in località Pitocca tra Casalcermelli e Frugarolo?
C’è, insomma, il rischio concreto che si possa inquinare un’altra area della provincia alessandrina?
La società La Filippa 2.0 ha parlato di “soli rifiuti non pericolosi” ma sarà davvero così o bisogna invece dar retta agli ambientalisti che invitano i nostri sindaci a non fidarsi?
“Una mossa suicida per il territorio – hanno dichiarato esponenti politici alessandrini in merito a questo nuovo progetto – sta trasformando la nostra provincia nella discarica d’Italia, questo progetto va stroncato sul nascere. L’improbabile ipotesi di trasformare, dopo una decina d’anni, l’area in una sorta di parco giochi a pagamento che sorgerà su un mare di rifiuti ci lascia a dir poco perplessi. Ciò appare come un goffo tentativo per indorare la pillola ai cittadini, mentre si tenta di riversare ancora rifiuti nelle nostre cave naturali, mettendo a rischio la falda acquifera e minacciando il torrente Orba, a soli 500 metri da dove dovrebbe sorgere la discarica”.
Insomma, bisognerà attendere. Nel frattempo la Provincia dovrà indire una conferenza dei servizi nella quale dovranno essere affrontati due procedimenti: la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sull’impianto di discarica e la valutazione sulla variante al progetto originale di ripristino della cava.
Valutazioni di cui si dovrà occupare la Provincia ma, in seguito, ad esprimere un parere dovrà essere anche il settore cave della Regione Piemonte, quando il progetto gli sarà presentato. Cosa, ad oggi, non ancora avvenuta.