Alessandria (Andrea Rovere) – Fra gli episodi di cronaca emblematici, quelli cioé che forniscono un chiaro segnale circa i tempi che corrono, la rissa scoppiata nel Municipio di Alessandria qualche giorno fa è particolarmente degna di nota.
In sintesi, circa duecento persone, convinte (non si sa perché) che vi fossero dei soldi da riscuotere, o quantomeno di potersi veder assegnato una sorta di reddito di cittadinanza da lì a breve, si sono recate di prima mattina negli uffici pubblici e non hanno reagito granché bene alla notizia che vi fosse stato un terribile malinteso.
Verso le dieci, infatti, gli animi di alcuni cominciano a surriscaldarsi, e scatta addirittura la rissa, col risulato che due dipendenti comunali e un vigile volontario finiscono contusi, e che per ripristinare l’ordine tocca far intervenire la polizia.
In realtà, l’iniziativa denominata “Al lavoro chi ben (ri)comincia”, intorno alla quale sembra esser nato l’equivoco, prevede sì un’indennità di cinquecento euro al mese per sei mesi, ma previa partecipazione ad un tirocinio formativo della stessa durata e che, fra l’altro, si rivolge principalmente a “giovani e adulti disoccupati facenti parte di nuclei monoparentali”, cioè con un solo genitore. Non si capisce allora come mai così tante persone, in gran parte straniere, e (pare) senza nemmeno i requisiti necessari per tentare di prender parte al progetto (i posti disponibili sono solo trenta), fossero là quella mattina e con simili idee in testa.
Sicuramente, oggigiorno le bufale hanno modo di propagarsi alla velocità della luce per via dei social e, quindi, le amministrazioni devono prestare particolare attenzione nell’informare i cittadini e vigilare circa la corretta ricezione di alcuni messaggi da parte del pubblico, specie quando vi sono di mezzo i soldi. Tuttavia, anche in presenza di qualche possibile pecca comunicativa, o dell’attività di un qualche disinformatore in malafede sul web, una tale vicenda risulta, come dicevamo, emblematica, poiché esprime qualcosa di molto preciso, non solo sul nostro territorio, ma sull’Italia di oggi: il malcontento e il disagio sociale stanno ormai raggiungendo livelli di guardia. E ne avremo con tutta probabilità ulteriori dimostrazioni una volta cominciata l’erogazione del famigerato reddito di cittadinanza promesso dal Governo, dal momento che, per far quadrare i conti, le maglie sono state ristrette di parecchio rispetto alle iniziali previsioni, e molti di coloro che ancora credono di poterne beneficiare rimarranno a bocca asciutta oppure a contare le briciole.
Del resto, in un Paese dove si pagano tasse alte per servizi sempre più scadenti, dove si parla di TAV e Terzo Valico mentre i treni dei pendolari sembrano scatole di sardine e cadono letteralmente a pezzi, dove il tasso di disoccupazione è a livelli preoccupanti da anni, e dove si è lasciato che migliaia di disperati potessero rimanere pur senza reali prospettive di lavoro e integrazione, facendo di loro degli sradicati gettati in qualche ghetto ai margini della società, basta una scintilla per provocare l’esplosione. Fatti del genere sono ancora soltanto delle avvisaglie, ma che il vaso si avvii ad esser colmo è già intuibile dalla facilità con cui molte persone, giovani e meno giovani, finiscono col rendersi disponibili a fraintendere la verità pur di potersi aggrappare a qualcosa che infonda in loro un po’ di speranza. Il che ci dà la cifra esatta di ciò che si agita fra gli strati più umili delle nostre città, e di un’emergenza sociale che non può più essere minimizzata.
Sarebbe allora profondamente irresponsabile sottovalutare una rabbia montante che, se in Francia sembra aver trovato la propria valvola di sfogo in un movimento organizzato come quello dei “gilet gialli”, qui potrebbe deflagrare in modo del tutto incontrollato creando disordini, non solo difficili da gestire al fine di garantire la pubblica sicurezza, ma anche inutili dal punto di vista della rivendicazione di diritti. E in questo senso, Alessandria è sicuramente una città a rischio. Ci auguriamo che se ne ricordi chi gestisce la cosa pubblica prima che sia troppo tardi.