Casale Monferrato (Red) – La notizia è di routine: un muratore serbo a bordo di una Bmw di trent’anni fa, fermato dai carabinieri venerdì pomeriggio intorno alle 4 a Fubine, è stato sorpreso con cinque confezioni sigillate di cocaina pronta alla vendita. Il muratore si chiama Orhan Toplica, ed ha compiuto 21 anni proprio il giorno della perquisizione per cui si presume che andasse alla festa di compleanno dov’era prevista una bella spolverata di bamba fra amici e clienti. I carabinieri hanno poi effettuato la perquisizione nella sua abitazione di Fubine dove hanno trovato altre 12 confezioni di cocaina, per un totale di 24 grammi, il tutto equivalente a circa seimila euro al valore di mercato. Oltre alla coca gli uomini della Benemerita hanno sequestrato anche 14 grammi di sostanza utilizzata per il taglio e materiale vario per il confezionamento. Il muratore è stato arrestato in flagranza di reato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. Ora si trova in carcere a Vercelli a disposizione della magistratura. Fin qui la cronaca, ma ora cominciano le domande. È mai possibile che carabinieri e poliziotti continuino ad arresatre spacciatori ed a sequestrare droga, senza che non accertino mai le generalità degli utenti finali? Fra di loro, ci dicono i nostri informatori, ci sono molti professionisti ed imprenditori della nostra città. Si calcola che nella nostra provincia i cocainomani siano circa 4000, di cui molti di ceto sociale elevato, e non si capisce come sia possibile che le forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, non ne abbiamo mai, o quasi, pizzicato uno. Arrestano sempre i poveri cristi come Orhan Toplica che viene dalla Serbia e spaccia per tirare a campare. Ma soprattutto non si capisce come mai non arrestino neppure quelli che forniscono i pusher come Toplica.
Il danno è di rilevanza sociale: tutti i cocainomani sono convinti, almeno all’inizio, di poter smettere in qualsiasi momento, in realtà la cocaina sfugge ad ogni controllo perché modifica in modo duraturo alcuni meccanismi cerebrali, alterando il codice genetico delle cellule nervose e creando un desiderio abnorme, spesso incontrollabile, per il resto della vita, al di là della dipendenza fisica. È qualcosa che cancella tutto il resto, gli affetti, il lavoro, i progetti, a volte persino i figli, nel nome della bamba, per un desiderio impulsivo chiamato craving, che può presentarsi anche molto tempo dopo aver abbandonato la cocaina. Il problema principale è che l’effetto di una dose non dura molto (una, due ore al massimo) e ciò spinge molti utilizzatori a ricominciare subito dopo con un’altra dose. Tutto ciò dimostra che se non si interviene alla fonte, bloccando i rifornimenti e sbattendo in galera i grandi spacciatori, il problema resta irrisolto. Anzi peggiora rischiando di diventare irrisolvibile.