Roma (Andrea Rovere) – Cambio di passo per Anas, avviata verso lo scorporo da Ferrovie e con nomine importanti ai suoi vertici. Una in particolare, ci viene da dire, poiché se il nuovo Amministratore Delegato, Massimo Simonini, è un manager con lunga esperienza nell’azienda, ma che non ha mai ricoperto incarichi operativi di spessore, la caratura del nuovo Presidente Claudio Gemme è indiscutibile.
Già manager di Ansaldo, e fino ad oggi in Fincantieri, Gemme era stato consigliere di amministrazione di Anas dal 2009 al 2011, ed era lui il candidato in pole position per la nomina a commissario della ricostruzione del Ponte Morandi. Se alla fine si è optato per il sindaco di Genova Marco Bucci, pare essere sostanzialmente a causa di un presunto conflitto d’interessi, dal momento che Gemme era uomo di Fincantieri e che tale società era in lizza per l’appalto per la costruzione del nuovo viadotto. Cosa che tuttavia non ha impedito al manager novese – la famiglia è originaria di Francavilla Biso – di continuare a lavorare seriamente, mantenendo il solito basso profilo, e di ritrovarsi oggi alla guida della società che controlla le autostrade italiane.
Ma chi è Claudio Andrea Gemme?
Figlio di un ferroviere e di una casalinga di Francavilla Bisio, piccolo borgo nei dintorni di Novi Ligure, nasce a Genova nel 1948, dove si erano trasferiti i genitori poco dopo la fine della guerra. Fra l’altro, abiterà proprio in quella che oggi è contrassegnata come “zona rossa”, e dalla quale sono stati sfollati anche alcuni famigliari del manager residenti tutt’ora nell’area. Sorte che sarebbe potuta toccare anche ai genitori se non avessero deciso di ritrasferirsi al paese d’origine alcuni anni fa, quel paese che Gemme conosce bene fin da bambino e che non ha mai smesso di frequentare. Nell’antica dimora piemontese, i Gemme trascorrevano infatti le estati, e Claudio cresce senza mai recidere i fili che lo legano alla propria tradizione famigliare, nonché a quel territorio dove affondano le sue radici e dove ha sempre dimostrato di sentirsi a casa. Lo sanno bene alla Soms di Francavilla, che ha visto quel giovane ragazzo farsi uomo di successo preservando nondimeno l’umiltà tipica della gente perbene, quella di origini contadine, che conosce a fondo il significato delle cose semplici, quasi per istinto, e che bada al sodo, lavorando a testa bassa senza temere i sacrifici e la fatica. E sono questi gli elementi che hanno caratterizzato la scalata di Claudio Gemme ai più alti vertici aziendali, non certo i favoritismi del potente di turno. Il manager della provincia alessandrina, genovese d’adozione, non ha mai chiesto niente a nessuno. Ha lavorato e si è conquistato ciò che ha ottenuto: prima la laurea col massimo dei voti in scienze politiche ed economiche; poi gli incarichi nel gruppo Finmeccanica e in Ansaldo, fino all’attuale posizione in Fincantieri e al successivo step che lo vedrà formalmente alla guida di Anas.
Ma in tutta questa vicenda c’è una nota dolente. A suonarla, però, non è Gemme, bensì coloro che, qui nella nostra città, gli uomini come lui non hanno mai saputo (e voluto) valorizzarli davvero. Alessandria è infatti la città in cui le eccellenze sono messe da parte, inducendole a guardare altrove invece che a restare come contributo prezioso allo sviluppo del proprio territorio. Il talento altrui, si sa, è un problema per chi punta a vivacchiare, a preservare un potere che conferisce privilegi in assenza di reali meriti e che mai rischierebbe di vederlo compromesso ad opera di qualcuno che, invece, venisse ad impegnarsi sul serio per risollevare le sorti della provincia. Del resto, è facile sembrare un gigante fra gli gnomi, e ad Alessandria devono averci pensato spesso, visto che di veri giganti, da queste parti, non se ne vedono da tempo. E non perché non ve ne siano, ma perché non sono messi in risalto attraverso progetti che li coinvolgano appieno ed incarichi di primo piano che ne consentano l’espressione delle potenzialità. Basti notare l’atteggiamento generale di quasi tutti i giornali locali nei confronti della prestigiosa nomina di Gemme: malcelata indifferenza. E cara grazia che sappiano di chi si tratti, perché c’è da scommettere che in certe stanze del potere, là dove si ha tutto l’interesse a perpetuare la mediocrità che inchioda la nostra provincia a terra invece di consentirle di spiccare il volo, qualcuno non abbia nemmeno idea che alla testa dell’Ente nazionale per le strade vi sia ora un’eccellenza del nostro territorio.
Ovvio allora che la carriera di Claudio Gemme si sia articolata fuori da qui, così come quella di chiunque avesse avuto desiderio di fare qualcosa d’importante nella vita e che, prima o dopo, è finito invece per arrendersi al fatto di non poterla fare da queste parti, in onere alla terra degli avi, ingrata, non in quanto tale, ma a causa di chi ne ha favorito la decadenza nel tempo e poi l’eterno galleggiare fra piccineria e ambizioni di rivalsa mai supportate da iniziative decise in tal senso.
Una terra sconsolata – verrebbe da dire – se non fosse che noi ancora crediamo nel colpo di coda, in potenzialità che sappiamo reali e che, se adeguatamente sviluppate, potranno senz’altro proiettare Alessandria e l’intera provincia verso quell’orizzonte di successo oggi proprio solo ad alcuni dei suoi figli, i quali, chissà, forse sceglieranno in futuro di riscoprire le proprie radici riavvicinandosi ad un territorio finalmente pronto ad accogliere il loro talento.
Un novese al vertice di Anas… e non se n’è accorto quasi nessuno
