Tortona (Maria Ferrari) – Dopo gli arresti di mercoledì 12 settembre scorso dei tortonesi Fabrizio Longa (nella foto) ex presidente del parco tecnologico di Tortona ed ex presidente della società Libera Energia (usata, secondo gli inquirenti, per distrarre beni o come contenitore dove spostare le somme di altre società prossime al fallimento) e Dante Davio presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, finiti nell’inchiesta del procuratore aggiunto di Milano Riccardo Targetti e della pm Donata Costa sul crac di Italtrading, società di trading e vendita gas del gruppo Geifin dichiarata fallita nell’ottobre 2017, solo Fabrizio Longa ha ottenuto la revoca del provvedimento restrittivo dopo che il suo avvocato Fabrizio De Sanna ha incontrato il giudice Targetti e la pm Costa. Non è successo altrettanto per l’altro arrestato, Dante Davio che, evidentemente, non può fornire le stesse garanzie per cui si teme che possa inquinare le prove o reiterare il reato. Ma, nonostante ciò, pur essendo ancora agli arresti domiciliari, non ha sentito il dovere morale almeno di sospendersi dalla carica di presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. Sarebbe stato un bel gesto, molto apprezzato da tutti. D’altronde neppure la Fondazione ha pensato bene, per tutelare il suo decoro e i partner, di prendere provvedimenti in tal senso. Non è stato così e la “prestigiosa” fondazione si ritrova come presidente un tizio “sbattuto in collegio” dai giudici di Milano. E va bene così.
Anche questa è Tortona.