Alessandria – Dopo l’isolamento economico dovuto allo strappo di Confindustria Alessandria da Confindustria Novara e Confindustria Vercelli, ora la nostra sfortunata città è stata tagliata da Asti che ha stretto un’alleanza di ferro con Alba e Bra per quanto riguarda la nuova Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale, A.T.L., di Langhe, Roero e Monferrato.
La cosa non è di poco conto proprio perché, non più tardi di quattro mesi fa, Confindustria Alessandria ha approvato con 1007 voti su 1009 la relazione del presidente Maurizio Miglietta che annullava gli accordi in essere con Novara e Vercelli per l’accorpamento delle tre sedi provinciali in un’unica federazione del Piemonte Orientale. Il presidente uscente Luigi Buzzi, molto favorevole all’accorpamento con Vercelli e Novara, visto l’isolamento di Alessandria, ha fatto un passo indietro e si è dimesso.
Ora che Alessandria è rimasta fuori anche dall’agenzia che annovera Asti, Alba e Bra, tutto si complica, anche perché Alexala, l’agenzia turistica locale dell’alessandrino, da sola difficilmente potrà raggiungere la soglia del milione di euro di fatturato imposto dalla legge Madia. I numeri sarebbero tornati con la fusione con l’Atl di Asti che, però, ha scelto di guardare altrove.
Amareggiato Pierluigi Prati, presidente di Alexala, che ha parlato di decisione presa “unilateralmente” da Comune e Provincia di Asti.
Nominato presidente a giugno, Prati aveva iniziato il suo mandato sotto auspici solo in apparenza sereni. La tegola sulla testa è arrivata ad inizio agosto e ieri, martedì, i presidenti delle Camere di Commercio di Asti e Alessandria hanno convocato politici dei territori per fare il punto della situazione e provare a valutare un percorso alternativo per l’alessandrino. Che, per ora, pare proprio non esserci.
Al momento l’ipotesi di una “maxi Atl” che includa anche Alessandria non sarebbe fattibile e anche l’altra proposta messa sul piatto nel corso della riunione, una Atl Unesco che comprenda anche i territori della provincia di Alessandria riconosciuti patrimonio dell’umanità, non ha convinto. La proposta, infatti, includerebbe casalese e acquese ma taglierebbe fuori gli altri territori dell’alessandrino.
Fra i politici del territorio, grande delusione è stata espressa da Domenico Ravetti, capogruppo Pd a Palazzo Lascaris a Torino.
Ravetti ha chiesto la convocazione di una specifica commissione in Regione per avere chiarimenti entro breve tempo. Per il capogruppo Pd in Regione “Alessandria e il suo territorio non devono essere isolate e nemmeno possono essere poste ai margini della programmazione turistica generale a causa di scelte particolari che sanno di egoismo e scarsa visione strategica”.
Da Casale Monferrato è pronto a dare battaglia anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia e vice presidente della Provincia di Alessandria, Federico Riboldi, che si è detto totalmente a disposizione.