Roma (Lorenzo Mancini) – Il governo scricchiola come ha scricchiolato il Viadotto Morandi di Genova prima di crollare. A tre giorni dalla tragedia, mentre Di Maio, Toninelli e i Grillini tirano diritto e vogliono la revoca della concessione che è possibile data la gravità ed eccezionalità del tragico evento, Matteo Salvini, improvvisamente (forse qualcuno gli ha detto che ad Alessandria i Gavio sono vicini anche alla Lega di Molinari), ha fatto dietrofront, frenando sulla revoca e auspicando l’arrivo di risorse da parte della concessionaria per fare fronte all’emergenza.
Tranchant Di Maio: “La posizione del Governo è che chi non vuole revocare le concessioni ad Autostrade deve passare sul mio cadavere. C’è una volontà politica chiara e anche Salvini è d’accordo”.
Ma siamo in Italia e, mentre se la stessa cosa fosse successa in Giappone una decina di responsabili avrebbe fatto harahiri, da noi si inizia a litigare giocando a scaricabarile e facendo gli indiani quando sono ancora caldi i cadaveri delle vittime.
La frenata di Salvini stride un po’ con la sua dichiarazione di ieri ad Ansa, quando ha detto a chiare lettere, riferendosi al gruppo policefalo (Gavio – Atlantia – Autostrade) delle autostrade: “Facce di bronzo, parlano di affari con i morti ancora da riconoscere”.
Mentre Di Maio sottolineava maligno: “A me la campagna non l’ha pagata Benetton e sono libero di rescindere questi contratti”. Frase sibillina riferita a chi? I bene informati dicono a Matteo Renzi, ma anche a Riccardo Molinari che, secondo il Maligno, per Di Maio non avrebbe proprio mano libera in questa grana.
Per carità, un politico che accetta dei finanziamenti in campagna elettorale non commette reato, ci mancherebbe altro, ma la situazione attuale impone chiarezza e comunità di intenti. Sappiamo che i Gavio, dalle nostre parti, hanno l’abitudine di contribuire alle spese dei politici di tutti i colori che si presentano alle elezioni a tutti i livelli, e non ci si deve meravigliare se lo hanno fatto, oltre che per Massimo Berutti di Forza Italia, anche per Riccardo Molinari della Lega. Ed ecco che mentre Forza Italia – ovviamente per prendere tempo – chiede di istituire una commissione di inchiesta sullo stato delle infrastrutture, Matteo Salvini fa dietrofront e chiede ad Autostrade di mettere “mano al cuore e al portafoglio”. L’obiettivo sarebbe di ottenere, nell’immediato, “fondi e interventi a sostegno dei parenti delle vittime, dei feriti, dei 600 sfollati e della Comunità di Genova tutta, anche in termini di esenzione dai pedaggi. Di tutto il resto parleremo soltanto dopo” assicura.
In pratica sotterra l’ascia di guerra e tende la mano al gruppo policefalo spaccando di fatto il governo.
Mala tempora currunt e le elezioni potrebbero essere nuovamente all’orizzonte. La luna di miele fra Matteo e Luigi è già finita?
Staremo a vedere.