Roma (da Termometro Politico) – La Camera ha dato il via libera al decreto dignità. È il primo provvedimento del nuovo governo Lega-5 Stelle ad ottenere l’ok di un ramo del Parlamento. Passaggio indolore: 321 i sì, 190 i contrari. Solo un astenuto. Dalla discussione in aula sono scaturite alcune piccole modifiche rispetto all’impianto approvato in Consiglio dei Ministri. Innanzitutto, l’annunciata reintroduzione dei voucher, anche se solo per agricoltura e turismo. Poi, il rinnovo del bonus assunzioni stabili per gli under 35 esteso al biennio 2019/2020. Misura questa che, nelle intenzioni della maggioranza, servirà a controbilanciare la stretta sui contratti a tempo determinato.
Inoltre, sì all’emendamento per apporre la scritta ‘Nuoce gravemente alla salute’ sui ‘Gratta e vinci’. Ma anche all’aumento delle sanzioni per chi viola il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, che passa dal 5% al 20% del valore della sponsorizzazione. Ora, patata bollente al Senato: lunedì si attende l’arrivo del testo ‘vidimato’ da Montecitorio a Palazzo Madama.
Da registrare qualche piccolo intoppo sull’entrata in vigore del provvedimento. Trattandosi di un decreto legge infatti, gli effetti sono scattati subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta circa una settimana fa. Il governo però, per andare incontro agli imprenditori, ha previsto che i nuovi paletti sui contratti a termine facessero sentire i propri effetti solo a partire dall’1 novembre prossimo. Un punto su cui si sono concentrati gli strali della capogruppo Pd in Commissione Lavoro Debora Serracchiani. Che ha chiesto in che modo la maggioranza intenda sanare questa discrepanza. Il vicepremier Luigi Di Maio ha subito specificato che, per evitare magagne, è già pronta una circolare ministeriale ad hoc funzionale a chiarirne l’applicazione.
La stretta sui contratti a termine
Entrando nel merito del provvedimento, nel testo approvato alla Camera vengono confermati i paletti su contratti a termine e di somministrazione. La durata massima scende da 36 mesi a 24 mesi. Dopo i primi 12, però, l’azienda dovrà giustificare il rinnovo a tempo determinato indicando una causale. Rinnovo che, comunque, costerà ogni volta un +0,5% di spese di contribuzione. Esclusi dal ‘giro di vite’ i lavoratori del settore marittimo. E colf e badanti. Resta, comunque, l’infausto avvertimento dell’Inps, secondo cui la stretta sui contratti determinerà la perdita di circa 8 mila posti di lavoro all’anno.
Per bilanciarla, allora, Lega e 5 Stelle hanno aumentato la quota di contratti a tempo determinato e di somministrazione di cui potranno servirsi le aziende. Dal 20% al 30%. In caso di violazione del tetto, previste sanzioni di 20 euro ad occupato, da moltiplicarsi per i giorni di lavoro durante i quali si è andati oltre l’asticella. Confermato anche l’innalzamento del risarcimento in favore di chi subisce un licenziamento riconosciuto illegittimo; da un massimo di 24 mensilità di indennizzo (come deciso nel Jobs Act) si passerà a 36 mensilità.
Niente da fare, invece, per l’articolo 18. Bocciato infatti in aula l’emendamento proposto da LeU per il ripristino della eventuale reintegrazione obbligatoria di un lavoratore, da parte del giudice, in caso di licenziamento senza giusta causa.
Voucher, ma solo per agricoltura e turismo
Come promesso dal M5S alla Lega (e come contenuto per altro nel contratto di governo), vengono reintrodotti i voucher. I buoni-lavoro potranno essere utilizzati soltanto in Agricoltura e Turismo. Ad esempio, in un’azienda agricola, l’imprenditore avrà la possibilità di pagare, con questo sistema, un lavoratore per 10 giorni, e per un massimo di 5 occupati. Stesso meccanismo per le strutture ricettive turistiche: cambia soltanto il numero di lavoratori, fino ad un massimo di 8.
Prolungamento bonus assunzioni under 35
Un altro provvedimento messo in campo per attenuare gli effetti della stretta sui contratti a termine è la proroga del bonus assunzioni stabili per gli under 35 nel biennio 2019/2020. Introdotto dal Governo Gentiloni, questo bonus sarebbe stato limitato, nel 2019, soltanto agli under 30. Nel merito, si tratta di un taglio del 50% della contribuzione Inps e Inail in favore delle aziende che assumono a tempo indeterminato un giovane sotto i 35 anni. Secondo la relazione allegata al testo, l’effetto sarà l’aumento di circa 62mila contratti stabili nel biennio di riferimento.
Giochi d’azzardo, paletti come per le sigarette
Sul gioco d’azzardo, resta il divieto a qualsiasi tipo di pubblicità introdotto in sede di CdM (esclusi i contratti già in essere). Le novità, invece, riguardano, in primis, le sanzioni: grazie da un emendamento di Fratelli d’Italia, ogni violazione determinerà una multa pari al 20% del valore della sponsorizzazione (in prima battuta era del 5%). Poi, ancora, c’è l’obbligo di apporre sui ‘Gratta e Vinci’ la scritta ‘Nuoce gravemente alla salute’, come per le sigarette.
Sempre sulla falsariga dello stop al tabagismo, dal 1° gennaio 2020 le slot dovranno essere munite di un apposito lettore delle schede sanitarie (simile a quello dei distributori automatici dei tabacchi). Un modo per evitare l’avvicinamento dei minorenni alle “macchinette”. Resta intatto anche l’aumento del Preu sui giochi d’azzardo, che secondo il governo servirà a coprire le perdite provenienti dall’alleggerimento del pacchetto fiscale inserito nel decreto dignità.
Stop alle delocalizzazioni selvagge nel comparto industriale
Salve pure le nuove norme deterrenti contro la delocalizzazione delle imprese in paesi extra Ue. Confermate infatti le sanzioni da 2 a 4 volte i benefici ottenuti da aziende che andranno via dall’Italia prima dei 5 anni dal ricevimento del beneficio pubblico. Soldi con cui verrà finanziato un fondo per la riconversione dei siti abbandonati, attraverso la stipula di contratti di sviluppo.
Il pacchetto fiscale
Il governo dice no al trattenimento diretto dell’IVA da parte dello Stato, ma solo per i liberi professionisti. Rinvio, inoltre, per le scadenze dello spesometro, riguardante la trasmissione delle fatture. Prorogato, infine, l’obbligo di fattura elettronica per i benzinai, che slitta a gennaio 2019.
Scuola, la ‘toppa’ in favore delle maestre con diploma
Nel lungo elenco di interventi, figura anche la proroga dei contratti dei maestri (fino al 30 giugno 2019) che hanno conseguito il diploma magistrale entro l’anno 2001-2002. Un modo per prendere tempo, in considerazione della sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito lo stop alla stipula per questa particolare categoria di professori.
Il Governo, inoltre, ha previsto un concorso che dovrebbe sanare la situazione e stabilizzare il sistema. Altro provvedimento, infine, la cancellazione del limite temporale di 36 mesi per i contratti dei precari della scuola. Senza cui sarebbe dovuta scattare l’assunzione, in base ad alcune sentenze Ue.