di Luigi Pereira (Start Magazine) – I benefici superano i costi nel caso delle pedemontane, del Terzo Valico e del Tap (Trans Adriatic Pipeline, il progetto per la realizzazione di un gasdotto che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa), che ridurrebbe del 10% il costo dell’energia per tutti gli italiani.
Parola di Matteo Salvini che, in un’intervista oggi alla Stampa, sbertuccia i proclami anti Tav e anti Tap rilanciati ieri dal Messico dal pentastellato Alessandro Di Battista, che ha ricordato gli impegni del Movimento 5 Stelle presi con gli elettori alle politiche proprio su questi temi.
Ma oggi il leader della Lega e ministro dell’Interno indica una rotta ben diversa di quella indicata dal grillino in materia di grandi opere. E il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli (M5S) non rettifica le indicazioni di Salvini anche se ribadisce le riserve dei Pentastellati.
Terzo Valico e Tap secondo Salvini
“Ci sono fior di tecnici e di docenti che stanno valutando il rapporto costi-benefici” delle grandi opere pubbliche in vai di realizzazione. “Dai nostri dati, sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del Terzo Valico e del Tap, che ridurrebbe del 10% il costo dell’energia per tutti gli italiani”. Lo ha detto il vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in un’intervista al quotidiano “La Stampa”, rispondendo a distanza a Alessandro Di Battista che ieri in un video postato dal Messico aveva sollecitato il Movimento 5 stelle a dire “no sani” definendo Tap e Tav opere inutili.
Salvini pro Tav
Quanto alla Tav, per Salvini “il discorso è più lungo. Bisogna calcolare fino all’ultimo centesimo. Aspetto i risultati degli studi. In linea di massima, culturalmente sono più per fare che per disfare. Se non fare la Tav ci costasse due, tre o quattro miliardi, è chiaro che andrebbe fatta”.
Le parole del ministro Toninelli
“Sulla Tav Salvini dice che si va avanti? Bene, perché sempre lui conferma che serve un’analisi costi-benefici. Dobbiamo capire, entro fine anno la risposta”. Lo ha detto al Corriere della Sera il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. “Al di là della posizione personale di Salvini – spiega Toninelli – la domanda a cui dare risposta resta se la Tav è un’opera redditizia o meno. Tutte le stime e le previsioni, per esempio, si fondano su valori dei flussi di merci e di persone che definirei farlocchi, poiché diminuiscono anziché aumentare. Serve, quindi, un’analisi attualizzata per una valutazione più approfondita”.
Le critiche di Toninelli al Tav
“Significa – aggiunge – che deve essere valutato e riformulato tutto, ma se per ripagare l’opera servono più di 50-60 anni, finendo con il mettere le mani nelle tasche degli italiani per finanziarla, e’ meglio bloccarla. Intanto, certo e’ che gli sprechi legati alle linee Tav sono sotto gli occhi di tutti e sono stati stigmatizzati dalla Corte dei conti Ue, secondo cui l’Italia spende il doppio per chilometro, in alcuni casi quasi il triplo, rispetto agli altri grandi Paesi Ue”.
Alitalia, Ilva e Iva: la versione di Salvini
“Molte nostre aziende fanno gola all’estero, ma noi non vogliamo svenderle”, ha poi aggiunto il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini nell’intervista alla Stampa. “Non ripeteremo i molti errori commessi in passato da qualche commissario che dovrebbe rispondere in sede civile e anche penale – assicura -. Se vuoi portare turisti in Italia, devi avere una compagnia di bandiera. Si tratta d’un asset strategico, come l’acciaio. Non possiamo chiudere l’Ilva, così non possiamo vendere o svendere Alitalia, intera o a pezzi”.
Debito e cartelle
Sul debito Salvini, dopo il vertice a tre di Palazzo Chigi, assicura: “Faremo di tutto per non aumentarlo. Ma se si tratta di aiutare imprese e famiglie i vincoli europei si possono superare. La regola del 3% non e’ la Bibbia”. In un colloquio con Repubblica, il vicepremier avverte che “gli speculatori sono pronti a colpirci”, “ci saranno attacchi e dobbiamo prepararci con una manovra del cambiamento. Subito flat tax, rottamazione e quota 100 sulle pensioni”. “Comprendo tutte le cautele – spiega – ma fin d’ora bisognerà introdurre i primi sgravi fiscali. Penso alle partite Iva, alle famiglie più numerose. Ma anche al taglio di alcune accise dell’altro secolo sulla benzina. Quel che mi chiedono qui sotto l’ombrellone vale più dei sondaggi: la rottamazione delle cartelle”.