Roma (Wired.it) – Il ministro per le Politiche per la famiglia vorrebbe abrogare la legge 205/1993 che vieta ogni forma di propaganda di stampo nazifascista
A 25 anni dalla sua entrata in vigore, la legge Mancino torna sulla breccia dei media, questa volta perché il ministro per le Politiche per la famiglia Lorenzo Fontana ha proposto di cancellarla, giacché ritenuta “liberticida”. La sua opinione si è però scontrata contro il no del premier Giuseppe Conte e di Luigi Di Maio .
La legge Mancino, emanata con decreto e convertita in legge nel giugno 1993, agisce contro ogni forma di propaganda o di incitazione alle teorie nazifasciste, coprendo quindi anche le motivazioni etniche, razziali e religiose.
Una legge che ha preso il nome dall’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino (Dc) e che, già nel 1993, ha permesso di annientare il Movimento politico occidentale, un raggruppamento di estrema destra nato a metà degli anni Ottanta.
Cosa prevede la legge
La legge prevede pochi articoli che ampliano le competenze della legge 654/1975 che, di fatto, è la ratifica della convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale di New York (1966).
Condanna ogni gesto o azione che inneggi a discriminazioni o alla supremazia razziale e etnica, così come bandisce la formazione di movimenti o associazioni che si muovano in tale direzione, oltre a vietare il ricorso a simboli che ne richiamino la memoria (come quelli del nazifascismo).
Prevede pene fino a un anno e mezzo di reclusione o un’ammenda fino a 6mila euro per chi diffonde o fa propaganda di idee che fanno leva sulla superiorità o l’odio razziale e etnico, pena che si estende anche alle discriminazioni di natura religiosa.
I precedenti
Il ministro Fontana non ha l’esclusiva. I detrattori della legge Mancino sostengono che non sia costituzionale poiché striderebbe con l’articolo 21 della Costituzione della Repubblica che impone la libertà di pensiero. Nel 2014 la Lega Nord aveva proposto un referendum per abrogarla e, all’epoca, il promotore della raccolta firme è stato l’allora segretario federale del partito Matteo Salvini. Nel contempo, la Lega Nord aveva chiesto anche di abolire la legge Merlin (con cui sono state chiuse le case di tolleranza) e la legge Fornero.
A luglio 2017, sia la Lega sia il Movimento 5 stelle non avevano appoggiato la proposta di legge 3343 del deputato Emanuele Fiano (Pd) che intendeva introdurre una definizione aggiornata del delitto di propaganda di regime, ritenendola fotocopia delle leggi già in vigore e, ancora una volta, liberticida.