da QuiFinanza – Il Parmigiano Reggiano: un prodotto che porta il marchio indelebile del Made in Italy ed è famoso in tutto il mondo.
Con una storia e una tradizione lunga 9 secoli, il formaggio a pasta dura per eccellenza, è facilmente riconoscibile per il suo sapore unico e inconfondibile.
Inimitabile? Si spererebbe, ma non è proprio così. Non è difficile trovare al di fuori dei confini italiani i “falsi”, ovvero prodotti di bassa qualità venduti spesso con nomi che ricordano quello originale, ma sono ben lontani dall’esserlo. A peggiorare la situazione sono anche gli effetti dei trattati di libero scambio che l’UE sta già negoziando: un esempio è quello con il Canada, che ha legittimato la produzione e la vendita del falso Parmigiano Reggiano con il nome di Parmesan. E i risultati sono già ben visibili, tanto che, come sottolineato da Coldiretti, i primi 3 mesi del 2018 hanno subìto un calo pari al 10% riguardo l’esportazione dell’originale italiano, a fronte di una produzione crescente in Canada di quello falso, che ammonta a 3 milioni di kg.
Come fare per riconoscere il falso Parmigiano Reggiano? Sulla questione è intervenuto un team di ricercatori dell’Università Cattolica di Piacenza, che ha messo a punto un sistema ideato ad hoc per smascherare i “falsi”. Si tratta di un lavoro effettuato in laboratorio che sfrutta un sistema di analisi chimiche nota come “analisi metabololomica”. A spiegare i dettagli di questo test innovativo è il preside dalla facoltà di Piacenza, Marco Trevisan e che è anche alla guida di questo progetto: “Lo scopo di questo lavoro preliminare è di discriminare in base all’impronta chimica i prodotti DOP, di sicura provenienza e certificazione, da formaggi (‘parmesan’) spacciati come tali nel mercato italiano e straniero”.
Grazie a questo metodo, i ricercatori sono riusciti a valutare “Le possibili differenze nel profilo di composti chimici – come acidi grassi, amminoacidi, metaboliti secondari – presumibilmente dettate dalle procedure insite nel disciplinare di produzione dei prodotti DOP”.
Si tratta dunque di un test volto a riconoscere quei processi chimici che caratterizzano i prodotti tipicamente DOP e che non sono invece presenti nei falsi Parmesan. Un modo, per evitare le frodi ai danni dei consumatori: “Questi risultati forniscono la base per ulteriori studi di autenticità delle produzioni lattiero-casearie. Inoltre, – spiega Francesco Masoero, uno dei ricercatori, – il potenziale di questa tecnica analitica potrebbe essere sfruttato per proteggere il consumatore ed evidenziare la differente qualità dei prodotti nostrani certificati rispetto alle imitazioni estere”.