Alessandria – Botta e risposta, nella ormai nota e turbolenta vicenda Aral, tra il presidente del Consiglio Comunale di Alessandria, Emanuele Locci, e gli avvocati Alberto Villa e Paolo Bagnadentro, legali di Koster e Solero Scarl, due delle tre ditte che vanterebbero crediti milionari nei confronti dell’azienda consortile alessandrina dello smaltimento rifiuti. Al centro della vicenda ci sarebbe la richiesta di concordato preventivo nei confronti della quale Locci, in consiglio comunale, aveva avanzato seri dubbi in quanto, secondo lui, i debiti di Aral Spa nei confronti proprio delle due aziende sarebbero in parte inesistenti.
La replica non si è fatta attendere.
In sostanza, i legali Villa e Bagnadentro dicono che il credito di Solero Scarl, di circa 838.000 euro “deriva dall’esecuzione della discarica di rifiuti pericolosi in località Calogna e dell’annessa rotatoria, appaltati tra il 2012 e il 2015”, mentre il credito di Koster, di circa due milioni e mezzo “deriva da prestazioni di servizi” all’impianto di Castelceriolo e alla discarica di Solero, “assegnati mediante gare di evidenza pubblica”.
Il tutto rendicontato ogni mese, verificato da personale Aral e “validato dall’organo amministrativo, nell’ultimo anno rappresentato dal Prefetto dott. Giacchetti”.
I due legali, poi, rincarano la dose: “Il signor Locci quando parla di non certezza e non esigibilità dei crediti, mostra di non avere la minima contezza di che cosa sia un credito certo ed esigibile. É stupefacente che un organo istituzionale come il presidente del Consiglio Comunale, utilizzi opinioni e giudizi che rifuggono dalla verità, dalla giustizia, dal buon gusto, ma offendono e ledono l’onore e il decoro delle imprese creditrici”.
Locci non ha impiegato molto a ribattere, affermando che il suo intervento “tende a dubitare di tutto quanto avvenuto nelle precedenti amministrazioni dell’azienda Aral, anche alla luce delle note vicende giudiziarie di cui sono apparsi negli scorsi mesi diversi stralci delle intercettazioni e che in parte” sono stati conservati. Locci ha continuato dicendo che “considerando questa legittima carenza di fiducia ho detto che si sarebbe dovuto riverificare la sussistenza delle fatture e inoltre che le ditte creditrici hanno messo in crisi la possibilità di azione dell’azienda per alcune settimane. Di fatto hanno messo l’amministrazione con le spalle al muro costringendola a scelte che a mio giudizio avvantaggiano le aziende creditrici a discapito di Aral”.