Asti – In un periodo in cui la sicurezza delle nostre città sembra sempre più a rischio, con episodi di teppismo e violenze che si sentono ormai quasi tutti i giorni, Asti fa un passo avanti varando un piano per la sicurezza che punta su telecamere e controllo del vicinato.
Una provincia, quella astigiana che, dati alla mano, risulta essere una delle più sorvegliate con una telecamera piazzata ogni 360 abitanti. Una soluzione che i suoi frutti li sta dando al punto che i reati, negli ultimi anni, sono sensibilmente calati. Per questo ora si punta ad estendere il progetto di videosorveglianza anche ai comuni dell’hinterland tanto che il Prefetto di Asti, Paolo Formicola, ha chiamato a raccolta i sindaci di Calosso, Castagnole Monferrato, Castell’Alfero, Castelnuovo Belbo, Cortandone, Monastero Bormida, Montegrosso d’Asti, Moransengo, Portacomaro, Quaranti e Viarigi per estendere l’occhio elettronico anche in questi piccoli centri. Per quanto riguarda i finanziamenti la Prefettura ha deciso di fare da tramite col ministero degli interni per poter trovare fondi ad hoc ed aumentare le dotazioni su tutto il territorio provinciale astigiano.
I sistemi da utilizzare sarebbero principalmente due: visione e registrazione notturna e il sistema cosiddetto “Targa System”. Quest’ultimo è già entrato in funzione da tempo a Nizza Monferrato e pare stia dando ottimi risultati. In pratica, è possibile sapere non solo chi entra ed esce dalla città ma leggendo in automatico le targhe, il sistema permette di comunicare se le auto sono state rubate, non sono collaudate o sono soggette a fermo amministrativo. L’elettronica è, però, solo un tassello ulteriore.
Già attivi sono, infatti, i comitati per il “controllo del vicinato”. Una formula semplice ma che si sta anch’essa rivelando ugualmente efficace.
I cittadini divengono essi stessi sentinelle e, in pratica, appena è notato qualcosa di strano, un cittadino lo scrive in una chat di vicinato. All’interno della chat c’è un referente che filtra le segnalazioni e le invia alle forze dell’ordine. Occhi in più, insomma, al fianco di quelli elettronici, per dare sicurezza anche nelle zone periferiche di una provincia fatta di piccoli comuni.