Borgo San Martino – La Polima, cooperativa che ha gestito con risultati piuttosto discutibili parecchie strutture della terza età della nostra provincia (il Santa Croce di San Salvatore, la Casa di Riposo di Occimiano e quella di Frassineto) sempre in alternanza con la tristemente nota Orizzonti 3000 (fallita da tempo) sembra navigare in pessime acque. Fonti certe ci dicono che è già stata depositata l’istanza di fallimento nei suoi confronti e indiscrezioni trapelate in paese confermano che stanno avvenendo cose molto strane, al limite fra il film comico e il Grand Guignol. Infatti la stessa Polima aveva acquistato tramite una finanziaria che a suo tempo si diceva essere vicina al povero Onorevole Muzio, nume tutelare di quelle zone, l’educatorio francescano per trasformarlo in struttura assistenziale. Ora alcuni nostri amici residenti in paese ci hanno detto che da giorni c’è un sospetto via vai nell’ex educatorio, per cui sembra che stiano portando via mobili e suppellettili, quelli della Polima appunto, evidentemente prima che arrivino i curatori a mettere i lucchetti, alla stregua di quanto era successo alla casa di Riposo di Morano con Orizzonti Tremila non troppo tempo fa. Anche in quel caso i responsabili di Orizzonti 3000 avevano fatto sì che all’arrivo degli ufficiali giudiziari gli ambienti fossero completamente vuoti. Le prime avvisaglie erano emerse già nel 2016 quando, dopo il caso di Piverone (TO), anche nella Rsa San Domenico di Pescia in Toscana, gestita sempre da Polima, si erano accumulati molti ritardi nel pagamento degli stipendi. In quella circostanza Polima faceva sapere, esattamente come era già accaduto per la vicenda legata al “Furno” di Piverone, che, considerati i pesanti ritardi negli incassi delle rette da parte degli ospiti e dei compensi da parte degli enti, l’assemblea dei soci della aveva deliberato all’unanimità di procrastinare la data di pagamento degli stipendi, traslandola dal 20 del mese al giorno 5 di quello successivo. Ma la risposta non aveva soddisfatto la Cgil di Pistoia che aveva annunciato la volontà di discutere della problematica durante un incontro nel quale però il presidente non aveva mai fatto riferimento alla delibera assunta dall’assemblea dei soci. La storia pare si sia ripetuta a Borgo San Martino ma stavolta, invece della Cgil, è intervenuta la magistratura.