Roma (Simone Micocci) – È notizia di questi giorni che a partire dal 1° gennaio 2019 gli importi delle pensioni saranno più bassi. Questo perché – come previsto dalla Legge Fornero – sono stati aggiornati, e rivisti al ribasso, i coefficienti di trasformazione per le pensioni calcolate con il sistema contributivo.
I nuovi coefficienti di trasformazione – pubblicati in Gazzetta Ufficiale lo scorso venerdì 8 giugno – saranno validi per il biennio 2019-2020 e causeranno un calo di circa l’1,2% degli assegni previdenziali.
Ad essere interessati dalla riduzione, però, saranno solamente coloro che andranno in pensione nel prossimo biennio; quindi, non ci saranno effetti sugli importi degli assegni previdenziali già liquidati.
Per capire quali motivazioni si nascondono dietro a questa notizia che sta facendo molto discutere dobbiamo fare chiarezza su cosa sono i coefficienti di trasformazione e su cosa stabilisce in merito la Legge Fornero.
Ecco di cosa si tratta
Come noto ci sono due sistemi di calcolo per l’importo delle pensioni: quello retributivo, con il quale si tiene conto delle migliori retribuzioni percepite nel corso della carriera lavorativa, e quello contributivo, con cui invece l’assegno previdenziale è determinato esclusivamente dai contributi effettivamente maturati.
Il primo si applica per coloro che hanno almeno 18 anni di contributi versati prima del 1996, anno in cui è stato introdotto il sistema contributivo. Per coloro che hanno un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni, si applica il sistema misto ovvero:
- per i contributi versati entro il 31 dicembre 1995 vige il sistema retributivo;
- per i contributi versati dal 1° gennaio 1996 vige il sistema misto.
Il sistema contributivo, invece, si applica interamente per coloro che alla data del 1° gennaio 1996 non avevano ancora maturato un’anzianità contributiva. Con quest’ultimo sistema per il calcolo dell’importo della pensione sul montante contributivo individuale viene applicato un coefficiente di trasformazione che varia in base all’età del lavoratore e alla decorrenza della pensione.
Nel dettaglio, maggiore è l’età in cui si va in pensione e più basso è il divisore con il quale si calcola l’importo della pensione; ergo, più si va in pensione tardi e maggiore sarà – a parità di contributi versati – l’importo dell’assegno previdenziale.
Il coefficiente di trasformazione, quindi, non è altro che quello strumento con cui il montante contributivo viene trasformato in pensione annua.
Cosa stabilisce la Legge Fornero?
Con la riforma del 2001 attuata dal Governo Monti-Fornero sono stati introdotti diversi provvedimenti con lo scopo di ridurre i costi del sistema previdenziale.
Ad esempio è stato deciso che i requisiti per il pensionamento dovessero essere adeguati ogni due anni con le aspettative di vita rilevate dall’INPS; è per questo motivo che – come noto – dal 1° gennaio 2019 si andrà più tardi in pensione.
Per lo stesso motivo la Legge Fornero ha stabilito che i coefficienti di trasformazione dovessero essere aggiornati ogni 3 anni (mentre a partire dal 2019 ogni biennio). L’ultimo aggiornamento risaliva al 2016 e per questo motivo in Gazzetta Ufficiale sono stati comunicati i nuovi coefficienti di trasformazione per il 2019.
I nuovi coefficienti sono stati rivisti al ribasso, così come ormai succede da 10 anni a questa parte. Negli ultimi 4 aggiornamenti, infatti, i coefficienti di trasformazione sono stati sempre ridotti per un taglio totale di circa il 12%.
Per capire meglio gli effetti di questa riduzione prendiamo come esempio due pensionati di 65 anni con un monte contributivo di circa 100.000 euro.
L’unica differenza tra i due sta nel fatto che il primo è andato in pensione del 2009 percependo, grazie al coefficiente di trasformazione di allora, un assegno previdenziale annuo di 6.136 euro (472 euro al mese). Il secondo, invece, andrà in pensione nel 2019 e, a causa dell’ultimo aggiornamento comunicato in Gazzetta Ufficiale, avrà un assegno annuo di 5.245 euro (403 euro mensili), circa 900 euro in meno rispetto al pensionato collocato in quiescenza 10 anni prima.
Rispetto ai pensionati nel triennio 2016-2018, invece, i nuovi coefficienti di trasformazione comporteranno un calo del 1-1,2% per gli assegni previdenziali liquidati dal 2019.
La Legge Fornero, quindi, colpisce ancora, come si può facilmente notare nella tabella successiva dove trovate un confronto tra i coefficienti di trasformazione validi ancora oggi e quelli che invece saranno applicati a partire dal 1° gennaio 2019.