Alessandria (Louis Cyphre) – Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Nel senso che ti può andare bene una, due, tre, quattro volte, ma se sei un po’ distratto e violi spesso e volentieri la legge essendo anche affetto da delirio di onnipotenza, prima o poi ti beccano. E Mago Zac, ovvero il bilaureato e perenne ragioniere capo del Comune di Alessandria nominato sempre da sindaci diversi poiché cambiano le maggioranze, all’anagrafe Antonello Zaccone, dopo aver causato il disastro alessandrino che ha portato al dissesto per essersi dimenticato di chiedere la compensazione verticale alla Regione Piemonte nel 2010, anche stavolta – siamo nel 2013 – si è dimenticato del fatto che per affidare un servizio mensa, come qualsiasi servizio pubblico comunale oltre la soglia dei 44.000 euro, quindi tutti, occorre indire una gara d’asta. Ma lui, l’ineffabile, l’immarcescibile, l’indefinibile ed eterno Mago Zac, d’accordo con ben due segretari generali come Giuseppe Formichella prima e Fabrizio Proietti dopo, per ovviare al problema del servizio mensa messo a disposizione degli scolari affidava tout court il servizio all’Aristor, fino al 2010 azienda del Comune, che poi cedeva l’85% delle quote alla Compass e, subito dopo questa vicenda, ad ottobre, avrebbe venduto anche il rimanente 15%. Insomma era il solito “paciugo zacconiano”, ma stavolta non c’erano capri espiatori come Fabbio e Vandone a prenderlo in quel posto per lui, per cui deve risponderne in prima persona. L’ipotesi di reato è turbativa d’asta in concorso per l’affidamento di un appalto senza la prevista gara. Il fascicolo è stato affidato alla pm Silvia Saracino che distingue due periodi: il 2013 (segretario Formichella), e il 2015 (segretario Proietti) quando l’affidamento fu prorogato. Quattro gli indagati: i due (probabilmente ignari) segretari comunali, Mago Zac e la povera signora Mariangela Biscaldi, dirigente del Comune.
Il 29 settembre scorso, prima di essere trasferita a Genova, è stata la stessa dottoressa Saracino a chiudere le indagini facendo partire gli avvisi di garanzia. Tuttavia Mago Zac, col culo che si ritrova, rischia di cavarsela di nuovo, stavolta per la prescrizione. Infatti la prima sentenza dev’essere emessa entro sette anni e mezzo, e ne sono passati già cinque. Ecco l’ennesima magia di Mago Zac.
Ah, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!