Da due anni la rappresentazione del “Natale di Paglia” non va più in scena. Probabilmente agli amici del Museo etnografico “C’era una volta” non mancano certo passione, volontà e competenza, ma qualche aiuto economico. Così una delle più belle narrazioni del Natale delle nostre parti, tra vigilia, presepe, pastori che parlano con le stelle comete, nonne che raccontano nella stalla vecchie storie, crumbot e ciaramelle, ricordi di una guerra che mette in trincea anche gli affetti e i sentimenti, rischiava di perdersi.
Ma una caratteristica degli amici del Museo è senz’altro quella di non perdersi d’animo e di cercare strade alternative, quando quella maestra è impedita a percorrersi da uno o più ostacoli. Così l’idea è stata quella di non perdere un altro anno ad attendere, ma di darsi da fare subito. Il partner è stato trovato in Radio BBSI, che ha nel suo palinsesto una trasmissione ove il “Natale di paglia” potrebbe trovare posto: “La mia cara Alessandria”, dove di norma si parla di storia, di tradizioni, di radici, di dialetto, di musica e di via della città.
Il connubio è dunque stato realizzato in tempi brevi: realizzare una riduzione radiofonica (una volta si chiamavano così) del “Natale di Paglia” e restituire agli ascoltatori la suggestione di questa storia che parla delle nostre campagne in un tempo imprecisato, ma che probabilmente può essere datato tra Ottocento e Novecento.
Saranno due le repliche della trasmissione. La prima è andata in onda il 19 dicembre dalle 12,15 alle 13,15; la seconda sarà proposta alla stessa ora il giorno di Santo Stefano.
Alla sceneggiatura, oltre che come lettore dei testi, ha lavorato Piercarlo Fabbio, mentre la post produzione è stata affidata a Ksenia Chernousova Accardo, mentre la collaborazione fra il Museo e la Radio è stata sancita da Olga Accardo. Per il Museo, oltre all’impegno di Teseo Sassi, è stata la Maestra Elena Ulandi ad essere particolarmente soddisfatta della collaborazione.
“Il Natale di Paglia è senz’altro una produzione che ha radici ultraventennali e nel corso del tempo ha ricevuto le più diverse e preziose collaborazioni – racconta la maestra Ulandi – come quella di Aldino Leoni, tanto per fare un nome su tutti, ma i protagonisti di questa narrazione sono stati tantissimi e citarli tutti lo ritengo impossibile. Con la trasmissione radiofonica aggiungiamo un tassello ai modi in cui il Natale di Paglia può essere proposto e magari riascoltato per tutto il periodo delle festività natalizie”.
Sì, perché la trasmissione è già disponibile sul podcast del sito www.fabbio.it e può essere richiesta al Museo per un’eventuale ulteriore diffusione.
Sarà magari un modo povero di fare il “Natale di paglia”, ma cosa c’è di più povero che il Natale delle nostre campagne?