Alessandria (Andrea Guenna) – Chi deve pagare la crisi? Una crisi lunga e pesante che non finisce mai. Secondo chi scrive dovrebbero pagarla quelli che l’hanno provocata, a partire dai globocrati per arrivare agli speculatori finanziari, soprattutto coloro che hanno causato la bolla nel settore immobiliare degli Stati Uniti che determinò il crollo dei titoli subprime del 2007, cioè i mutui concessi a clienti ad alto rischio, in massima parte inesigibili e trasformati in titoli dalle banche per liberarsene e collocarli sul mercato, a causa dei quali iniziò la crisi internazionale che, a distanza di dieci anni, non è ancora finita. Si tratta, forse, della recessione più grave della storia dell’umanità che rischia di trasformarsi in strutturale determinando la nascita di una nuova era, con stravolgimenti economici, politici e culturali irreversibili.
Ebbene, i responsabili di questo disastro, i criminali in giacca, cravatta e camicia bianca che frequentano i salotti finanziari del mondo bancario e finanziario internazionale, quelli che comandano a bacchetta i nostri politici, non pagano e fanno tassare i cittadini che già non ne possono più. Tant’è che ora perfino a Novi e ad Alessandria si pensa di introdurre la tassa di soggiorno (tassa sul turismo) dopo che la Regione Piemonte (a trazione Pd, sia chiaro) ha dato il via libera. Così si pensa di colpire anche i proprietari degli appartamenti affittati attraverso i siti ai turisti.
È di qualche giorno fa la notizia che a Novi Ligure (che non è certo Spoleto) ma anche ad Alessandria (che non meglio di Novi), le rispettive amministrazioni comunali hanno preso in esame l’applicazione della cosiddetta “tassa di soggiorno” (vedere a lato la convocazione di Giunta a Novi, al punto 4).
“Applicarla sarebbe un grave errore, per due motivi – commenta Andrea Scotto (nella foto), referente per Novi Ligure e Gavi del movimento Energie per l’Italia di Stefano Parisi – il primo, perché si tratterebbe di un balzello che, a differenza del biglietto d’ingresso ad un museo, sarebbe chiesto senza offrire nulla in cambio, esattamente come i parcheggi a pagamento”.
L’imposta di soggiorno non è una novità in quanto è stata introdotta col decreto legge 23/2011, che all’articolo 4 prevede proprio una tassa a carico di coloro che alloggiano in strutture ricettive sul territorio italiano. L’imposta è calcolata per persona e pernottamento, in base alle caratteristiche della struttura ospitante. Può essere adottata dai comuni capoluogo di provincia, unioni di comuni e comuni presenti negli elenchi regionali delle località turistiche e le città d’arte. E Novi è tra questi. Serve a sostenere le spese amministrative per la manutenzione, la fruizione e il recupero dei beni culturali (a Novi, Alessandria?). Il tetto massimo previsto è di cinque euro per ogni notte passata in albergo o in altre strutture ricettive, ma l’imposta è modulabile sulle tariffe. Viene riscossa dai gestori dell’esercizio alberghiero, o dell’appartamento, alla fine del pernottamento e deve essere chiaramente espressa in una ricevuta separata dal conto o in un’unica ricevuta specificando la riscossione dell’imposta alla voce “operazione fuori campo IVA”. Il gestore deve, poi, effettuare il versamento al Comune.
Insomma, invece di rendere l’Italia un paese gradevole, accogliente, efficiente e competitivo, colpiamo sempre dove si può per portare a casa il massimo senza troppi problemi. Centocinquant’anni fa c’era la tassa sul macinato, ma almeno serviva per finanziare gli investimenti del neonato Regno d’Italia, mentre oggi la tassa di soggiorno serve per pagare i debiti o i mancati introiti della tassa sulla casa, chiamatela come volete è sempre quella.
“L’offerta turistica di Novi Ligure – osserva ancora l’attento Scotto -, e in misura ancor maggiore rispetto ad Alessandria, è costituita perlopiù da edifici religiosi dei quali è la Chiesa Cattolica con le sue parrocchie, due confraternite e associazioni varie, e non il Comune, ad avere cura e a tenere più aperti possibile per tutte e tutti, cattolici e non, novesi e non. Il Comune eroga sì contributi, ma in maniera insufficiente e non risolutiva, come le impalcature tuttora presenti in Collegiata dimostrano. Se l’amministrazione afferma che non è compito suo restaurare la Collegiata, almeno abbia la coerenza di non sfruttarne la storia e la bellezza per incrementare le proprie entrate, e si accontenti degli incassi del solo Museo dei Campionissimi, perché quello sì, ma giusto quello, è comunale”.
Inoltre la tassa di soggiorno riduce la competitività degli albergatori novesi e alessandrini rispetto, ad esempio, a quelli della vicina Gavi. E pensare che, neanche un mese fa, Rocchino Muliere ha chiesto soldi anche a loro per pagare un programma di feste che a suo dire rilancerebbe il Centro Storico.
E io pago.