Torino (da Rai News) – Incendi in Piemonte a fine ottobre? Sembra strano ma, a giudicare dalle parole di Chiamparino o guardando le immagini degli interventi dei pompieri, è proprio vero.
Il governatore Chiamparino
“Purtroppo, non si vede un miglioramento significativo delle condizioni e resta lo stato di massima allerta fino alla settimana entrante, una situazione che rende necessario mantenere la massima presenza di mezzi e persone”, ha affermato, a margine della giunta regionale, il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino: “Abbiamo formalizzato – rivela – la copertura finanziaria atta a mantenere questa massima presenza. Ed abbiamo formalizzato l’avvio della procedura dello stato di calamità”.
Dal 10 ottobre 2.000 persone 500 mezzi
Chiamparino, assieme alla giunta, ha incontrato Sergio Pirone, comandante Corpo volontari Aib Piemonte, Cristina Ricaldone, responsabile Area incendi boschivi del settore protezione civile della Regione, e Franco Licini, dirigente Settore protezione civile della Regione. Dall’incontro è emerso che, dal 10 ottobre – quando è cominciato lo stato di massima allerta – sono state impiegate più di 2.000 unità di personale e più di 500 mezzi. Al momento attuale, sono oltre 2190 i volontari Aib, oltre a vigili del fuoco e protezione civile, presenti sui luoghi interessati, impiegati su 3 turni giorno e notte a presenza costante. “Purtroppo – fa sapere la Regione – non si prevede un miglioramento significativo delle condizioni e resta lo stato di massima allerta fino a tutta alla settimana entrante, una situazione che rende necessario mantenere la massima presenza di mezzi e persone. È stata a questo proposito formalizzata in giunta la copertura finanziaria atta a garantirla”.
Arpa Piemonte su inquinamento aria
La regione dall’alto, come si vede nell’immagine satellitare twittata dall’Arpa Piemonte, è satura di fumi causati da roghi. I fumi degli incendi che da giorni devastano le vallate alpine piemontesi, molto densi di carbonio e particolato, si stanno riversando sulla pianura. L’odore di bruciato ha invaso anche Torino, dove i livelli di Pm10 sono schizzati alle stelle. Secondo le rilevazioni dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, le polveri sottili hanno raggiunto i 199 mcg/mc nella giornata di ieri, quattro volte i limiti previsti.
A Torino niente blocco delle auto
Malgrado la qualità dell’aria continui a peggiorare e la fuliggine proveniente dagli incendi boschivi delle valli torinesi abbia raggiunto la città la sindaca Chiara Appendino ha deciso di sospendere il protocollo antismog. Domani le auto potranno continuare a circolare liberamente. La situazione verrà monitorata costantemente e aggiornata in tempo reale. È quanto è stato deciso al tavolo del vertice conclusosi in Comune di Torino tra il primo cittadino torinese, la Città Metropolitana, la Regione Piemonte, sentiti Arpa e Asl Città di Torino.
Brucia la bassa Valle di Susa
Si allarga, alimentato dal forte vento, il fronte dell’incendio che da giorni brucia la bassa Valle di Susa. Nella notte alcune squadre di vigili del fuoco, impegnate sopra Mompantero, sono rimaste isolate e circondate dalle fiamme per oltre un’ora prima di essere liberate. Le raffiche di fohen alimentano le fiamme, che da Bussoleno sono arrivate fino al Rocciamelone. Per arginare il rogo sta intervenendo un canadair.
Notte di fuoco in Valle Varaita
Ancora una notte di fuoco in Valle Varaita, dove l’incendio divampato lunedì scorso a Casteldelfino continua ad avanzare distruggendo ettari di bosco e pineta lungo le creste del vallone di Bellino. La scorsa notte vigili del fuoco e volontari Aib hanno presidiato alcune abitazioni della borgata Pusterle, minacciate dalle fiamme. Notevoli le difficoltà per domare il rogo, il cui fronte si estende per centinaia di metri lungo i fianchi delle montagne nei pressi del colle della Battagliola, ad oltre 1.600 metri di quota. Oggi è stato richiesto l’intervento degli elicotteri e dei canadair per cercare di arginare il fronte dell’incendio.
Le cause secondo Coldiretti
Sono il vento e la situazione di estrema siccità le cause degli incendi che da giorni devastano il Piemonte, nel Torinese e nel Cuneese. Nel mese di ottobre la pioggia caduta rispetto alla media ha toccato il -98%, con la gran parte del territorio rimasta del tutto all’asciutto. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti, secondo cui “per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo ci vorranno almeno 15 anni”. Le precipitazioni – sottolinea ancora Coldiretti – sono state sotto la media in tutti i mesi del 2017, fatta eccezione di febbraio. “Gli ultimi anomali incendi di autunno sono la punta dell’iceberg di una stagione drammatica – denuncia l’associazione – con circa 140.000 ettari di bosco andati a fuoco dall’inizio dell’anno, praticamente il triplo del 2016”. Gli incendi, che in Piemonte stanno minacciando pregiati vigneti ed i castagni, “hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità, distrutto piante e ampie aree di bosco e ucciso animali”.