Roma (da Dagospia – Maria Giovanna Maglie) – Posso fare il controllore e il controllato? Appartenere all’organismo che nomina i magistrati e ne decide le sedi di lavoro, e amministrare un’impresa che potrebbe finire sotto l’occhio di un magistrato da me nominato? Le regole a quanto pare non sono uguali per tutti nemmeno al CSM, e sul conflitto di interessi l’uomo campa, finché non viene fermato.
Mettiamo che un Consigliere faccia parte della commissione che decide gli incarichi direttivi e che debba decidere della nomina del procuratore capo di Forlì, cosa che accadrà tra pochi mesi, conterebbe o no qualcosa che quel magistrato dovrà poi decidere se e come svolgere indagini proprio nel territorio in cui si trova una clinica della quale il suddetto consigliere è presidente? Conta, conta.
In punto di diritto e con l’aria paludata tipica dell’ autogoverno delle toghe, ma l’altro giorno al CSM tra una commissione che voleva frettolosamente per la seconda volta archiviare una richiesta di decadenza per un appartenente, Renato Balduzzi, e un gruppo che ha fatto resistenza in nome delle regole, lo scontro è stato violento, alla fine il presidente Canzio ha deciso che sarà il caso di investigare più accuratamente di quanto la commissione incaricata non avesse fatto, e ha rinviato il tutto all’8 novembre.
Eppure si tratta solo di decidere se l’articolo 33 della legge costitutiva del CSM, che vieta ai componenti di lavorare per società di capitali, valga anche per il professor Renato Balduzzi.
Si tratterebbe anche di capire come mai il professor Renato Balduzzi, già ministro della Salute nel governo Monti, e membro di nomina parlamentare del Consiglio Superiore della magistratura per conto di Scelta Civica da tre anni, si senta autorizzato ad essere contemporaneamente presidente del Consiglio di Amministrazione, lo è dal 2013, di una mega clinica in Romagna, che sarà un ente senza scopo di lucro, a lui non darà un cent di compenso ma solo rimborsi spese, ma è anche e sicuramente una società a responsabilità limitata, e denaro ne gestisce non poco.
Dal bilancio pubblicato sul sito dell’IRTS, infatti si evince che per esempio i ricavi delle vendite e delle prestazioni ammontano solo nel 2016 a 56 milioni e 541.088 euro, che i costi della produzione ammontano a 64 milioni e 116.139,24 euro, e che il presidente è dotato della rappresentanza legale esterna, e ha potere di firma nella stipula di tutti i contratti, insomma rappresenta e gestisce l’istituto.
Che non siano ruoli compatibili dovrebbe essere lapalissiano, come mai Balduzzi è stato già una volta autorizzato al doppio incarico, come mai due anni fa solo in extremis, fu il Fatto a suscitare il caso, non è anche diventato Consigliere di amministrazione del Bambin Gesù, ed ora di nuovo resiste contro l’applicazione elementare di una regola?
L’istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori di Meldola in provincia di Forlì è una Srl costituita da una parte pubblica, le aziende unità Sanitarie Locali della Romagna, Forlì Ravenna Rimini e Cesena, e dal Comune di Meldola; e da una parte privata, l’Istituto Oncologico Romagnolo ONLUS e cinque fondazioni bancarie, le Casse di Risparmio di Forlì Cesena Ravenna Lugo e Faenza.
Con comodo, perché alla fine del 2014 lo avevano autorizzato, un gruppo di consiglieri il 19 luglio scorso aveva chiesto di nuovo documenti e chiarimenti sull’incarico di Balduzzi. L’undici ottobre la commissione interna, addetta alla verifica dei titoli dei componenti eletti dai magistrati e dei requisiti di eleggibilità dei componenti eletti dal Parlamento, ha emesso parere pilatesco, ovvero i tre hanno detto che non ci sono elementi di novità rispetto alla precedente valutazione della stessa Commissione, e non c’è ragione di decadenza perché l’IRTS è una struttura associativa con finalità di interesse pubblico.
L’archiviazione pareva di nuovo cosa fatta, invece è partita la rivolta guidata dal consigliere Luca Forteleoni, appoggiato dai consiglieri Aldo Morgigni, Lorenzo Pontecorvo e Antonio Leone.
Argomento, di fatto accolto dal presidente: basta consultare il sito internet dell’Istituto per vedere che al professor Balduzzi sono attribuite la rappresentanza della società nei confronti di terzi anche in sede giudiziale, e la firma sociale.Assurdo inoltre definire associazione benefica l’istituto romagnolo, come ha fatto la Commissione del CSM, se nella visura della Camera di Commercio di Forlì è chiaro che la struttura esercita l’attività di ricovero e degenza tipica di una clinica.
Il match è rinviato di 15 giorni, nella speranza che prevalga la legalità. Renato Balduzzi ribadisce che è stato autorizzato e la chiude lì per ora. L’uomo fu nominato ministro della Salute del governo Monti all’ultimo momento su pressione pesante del suo mentore, Rosy Bindi, alla faccia della scelta che fu spacciata solo per tecnica di quel governo.
Curriculum di tutto rispetto di giurista, legame sempre più consolidato con le gerarchie vaticane, anche di recente ha rappresentato le ragioni dell’ospedale Bambin Gesù nella dolorosa storia del piccolo bambino inglese malato, Charlie Gard, e a Roma si sussurra neanche a voce tanto bassa che forte dei suoi rapporti di qua e di là del Tevere aspiri alla Corte Costituzionale a coronamento di brillante carriera . Evidentemente finora non ha temuto che un conflitto di interessi gli macchiasse il curriculum.