di Andrea Guenna – La nuova legge elettorale, il Rosatellum, è stata approvata alla Camera a spron battuto grazie al voto di fiducia al governo. A favore i voti di Pd, Forza Italia, Lega Nord e Alternativa Popolare, contrari quelli di Mdp, Sinistra Italiana, Fratelli d’Italia e M5s. Al di là dell’analisi politica che ha spinto a votare in un senso o nell’altro, c’è da chiedersi come mai la Lega Nord, così attenta, a parole (senza contare di ciò che succede, per esempio, ad Alessandria), ai bisogni del popolo, ha accettato l’alleanza con Alfano, Renzi e Berlusconi. Ben conscio del fatto che scrutare la mente d’un leghista sia un’impresa molto complicata, più semplicemente mi viene da pensare che il Carroccio, per motivi molto terra terra, non può fare a meno dell’ex cavaliere in quanto è alleato di ferro di Umberto Bossi che è il proprietario indiretto del simbolo che raffigura Alberto da Giussano. Se Salvini & C. si permettessero il lusso di smarcarsi, il Senatur quel simbolo lo appiopperebbe a chi vuole lui e, data la nota preparazione culturale e raffinatezza politica della maggioranza dei leghisti, è facile immaginare che in massa gli andrebbero dietro abbandonando Salvini. Per farmi capire meglio dai leghisti che mi leggono, Berlusconi e Bossi dettano l’agenda della Lega Nord anche se Salvini tenta di far credere il contrario. E vi spiego il perché.
Domenica 2 ottobre del 2011 un noto scrittore e giornalista ospite in TV di Maria Annunziata, lanciava un sasso in piccionaia. Nel corso della trasmissione “In Mezz’ora”, rispondendo ad una domanda della conduttrice su cosa pensasse della Lega e dei presunti accordi tra Bossi e Berlusconi, aveva modo di spiegare che nel 2001 Berlusconi e Bossi sottoscrissero un contratto registrato dal notaio in cui si sanciva l’alleanza tra Lega e Pdl. E, ha osservato il giornalista, come in tutti i contratti che si rispettano, la violazione degli accordi prevede delle penali pecuniarie. Maria Annunziata ha incalzato l’ospite, evidentemente sorpresa dall’imprevisto sviluppo dell’intervista, chiedendogli se sapeva qualcosa in merito alla proprietà del simbolo della Lega con raffigurato Alberto Da Giussano. Il giornalista, citando anche Rosanna Sapori, ex consigliere comunale della Lega ed ex giornalista di Radio Padania, cacciata dalla Lega, ha detto che il marchio è detenuto per il 33% da Bossi, e per il restante 67% dalla moglie Manuela Marrone e dal senatore Giovanni Leoni, per cui non è della Lega, e quindi, se Bossi e gli altri proprietari vicini a lui lo decidessero, potrebbero cederlo, per esempio, proprio all’ex cavaliere, se non l’hanno già fatto.
Le rivelazioni fatte sei anni fa in quella trasmissione non sono mai state smentite.