da Adn Kronos – Silvio Berlusconi è uno “fra gli uomini più ricchi nel mondo tenuto conto delle partecipazioni azionarie e della proprietà di prestigiose ville”. Giusto, dunque, che continui a versare a Veronica Lario (nella foto) due milioni di euro al mese. Lo ha stabilito la Prima sezione civile della Cassazione (sentenza 12196 redatta da Pietro Campanile, presidente Salvatore Di Palma), respingendo il ricorso presentato dall’ex presidente del Consiglio contro la sentenza della Corte d’appello di Milano del luglio 2014. Piazza Cavour ha evidenziato che “la Corte territoriale ha posto in evidenza il rilevante divario fra le condizioni patrimoniali e reddituali degli ex coniugi, ponendo in risalto l’ammissione dello stesso Berlusconi di essere ‘ultracapiente'”. Si ricorda che la sentenza si riferisce al periodo in cui l’ex premier e la Lario non erano ancora divorziati.
La Suprema Corte ha ricordato che “l’obbligo di assistenza materiale trova di regola attuazione nel riconoscimento di un assegno di mantenimento in favore del coniuge che versa in una posizione economica deteriore e non è in grado, con i propri redditi, di mantenere un tenore di vita analogo a quello offerto dalle potenzialità economiche dei coniugi. Un orientamento, ha fatto notare piazza Cavour, al quale si è attenuta la Corte d’appello di Milano che “è pervenuta alla conclusione che la Lario non potesse con i propri mezzi conseguire il tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza matrimoniale, escludendo poi che tale aspirazione comportasse la realizzazione di uno scopo eccessivamente consumistico o comunque destinato alla capitalizzazione o al risparmio”.
I giudici hanno quindi ricordato che “al fine della determinazione del quantum dell’assegno di mantenimento, la valutazione delle condizioni economiche delle parti non richiede necessariamente l’accertamento dei redditi nel loro esatto ammontare, essendo sufficiente un’attendibile ricostruzione delle complessive situazioni patrimoniali e reddituali dei coniugi. Piazza Cavour, respingendo il ricorso di Berlusconi, lo ha condannato anche a pagare le spese processuali del giudizio di legittimità per una somma di 40.000 euro, oltre a 200 di esborsi. In primo grado, il Tribunale, dichiarando la separazione personale dei coniugi, aveva condannato l’ex premier a versare alla Lario un assegno di tre milioni di euro mensili, poi ridotti a due in appello e oggi confermati dalla Cassazione.