Alessandria (Max Corradi) – Dopo la decisione del giudice che ha revocato la procedura di concordato preventivo della Borsalino, la più nota azienda di cappelli del mondo che versa in condizioni finanziarie molto difficili, nonostante qualcuno affermi che vi sono segnali di ripresa per quanto riguarda le vendite, domani è prevista un’assemblea dei lavoratori nello stabilimento di Spinetta per decidere il da farsi rispetto ad una situazione che s’è ulteriormente complicata.
La verità è che la Borsalino è praticamente fallita anche se a marzo il Tribunale di Alessandria, dietro pressione della politica e dei sindacati, a fronte di sperticate promesse e influenzata da certa stampa di regime l’aveva inserita – obtorto collo – nella procedura di concordato preventivo con assuntore che è, in pratica, un fallimento guidato dove a rimetterci sono soprattutto i creditori (in gran parte l’Agenzia delle Entrate) ancor di più di quanto succeda nei concordati preventivi normali.
Era spuntato fuori chi avrebbe pagato – poco – per avere un marchio ancora prestigioso. Si tratta dello svizzero Philippe Camperio (nella foto web) che avrebbe dovuto affittare la Borsalino come ramo d’azienda. Avrebbe, e il condizionale è d’obbligo per il fatto che, quando il giudice ha chiesto a Camperio se avesse iniziato a pagare i creditori, s’è sentito rispondere evasivamente e pare che la cosa sia slittata, per cui gli impegni assunti dallo stesso Camperio nel giugno scorso davanti ai giuduci Caterina Santinello, presidente della sezione civile, Pier Luigi Mela ed Enrica Bertolotto, non sono stati ancora onorati.
Pacta servanda sunt, caro il nostro foglio della Fca. Impegni che furono presi ufficialmente il 7 giugno scorso all’adunanza dei creditori che avrebbero dovuto dare l’assenso definitivo al piano messo a punto dal management. Come si dice: se c’è la buona volontà, andiamo avanti. Ma, evidentemente, la buona volontà non c’è stata in quanto i creditori non hanno ancora visto niente e lo hanno detto al giudice che ha ritenuto giusto interrompere la procedura di concordato.
Tutto il resto è aria fritta. Come di aria fritta sarà il discorso che domani la sindaca Rita Rossa terrà all’assemblea dei dipendenti della Borsalino, le vere vittime sacrificali di tutta la situazione. Cioè quelli che, grazie ai sindacati, al Pd ed alla stampa di regime, sono stati illusi ed ora saranno gli unici a rimanere, come al solito, col classico cerino in mano.