di Andrea Guenna – Domani si vota sul referendum costituzionale per il quale non serve il quorum. Infatti se, per paradosso, andassero a votare solo venti persone prevarrebbe il voto di 11 di loro (il 50%+1). Le leggi costituzionali dovrebbero passare coi tre quarti dei voti in parlamento ma, stavolta c’è il referendum perché questa riforma non è passata in parlamento in quanto l’ha approvata solo la maggioranza assoluta (50%+1). Un referendum che, in questo caso, è confermativo e non abrogativo come al solito. È l’eccezione che conferma la regola, come eccezione è l’assenza di quorum per la sua validità. Ecco perché stavolta è indispensabile andare a votare.
Al senato la riforma è stata votata da 180 senatori su 315 eletti (senza contare i senatori a vita) per il 57%, alla camera da 361 deputati su 630 (sempre poco oltre il 57%). La riforma costituzionale è passata al vaglio del voto sei volte, è stata presentata dal governo (prima anomalia) al senato e varata nell’agosto 2014; passò alla camera che la modificò nel marzo 2015; il senato la rimodificò nell’ottobre successivo; la camera confermò quel testo nel gennaio 2016 e il senato lo rivotò uguale sempre a gennaio 2016 (erano passati più tre mesi da ottobre). La camera ha votato di nuovo in aprile.
Tuttavia la procedura è inficiata dal fatto che la proposta di legge è stata avanzata dal governo di cui è premier Matteo Renzi che non fa parte del parlamento (seconda anomalia) per cui non può proporre, attraverso il governo, una legge di riforma costituzionale. Ma anche nel caso lo possa fare, quella legge non può essere promulgata da Sergio Mattarella che è un Capo dello Stato illegittimo in quanto nominato da un parlamento incostituzionale (terza anomalia).
Infatti a dicembre 2013 la Corte Costituzionale ha sentenziato che la legge (il porcellum) con cui sono stati eletti i deputati era incostituzionale, per cui il parlamento italiano era, ed è (almeno per un terzo), illegittimo (quarta anomalia). Pertanto sono stati dichiarati illegittimi sia il premio di maggioranza senza soglia che le liste bloccate nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.
In sostanza la Corte quasi tre anni fa sentenziava che l’attuale parlamento italiano, eletto in quel modo, doveva decadere. Naturalmente il buon Mattarella, proprio uno dei giudici della Corte Costituzionali che ha decretato l’incostituzionalità di questo parlamento, da questo stesso parlamento ha accettato di essere eletto capo dello stato (quinta anomalia).
C’è dell’altro perché questo governo non è espressione del popolo in quanto il suo premier Renzi, da sindaco di Firenze, è schizzato a Palazzo Chigi senza passare dal vaglio degli elettori italiani.
E allora abbiamo un governo che non è espressione del Popolo, che propone ad un parlamento incostituzionale una riforma costituzionale che sarà promulgata da un presidente della repubblica eletto da un parlamento illegittimo.
E poi, chi ha votato questa riforma costituzionale?
Rispondere sarebbe semplice, se non fosse che il costante sostegno in termini numerici delle due camere alla riforma non è andato di pari passo a una coerenza di atteggiamento dei partiti (o gruppi). Il vincolo di mandato, preciso dovere morale de parlamentari, è saltato e alcuni dei sostenitori della prima hanno cambiato idea, mentre in compenso i dissensi interni ad alcuni gruppi di opposizione hanno portato alla nascita di nuovi gruppi scissionisti sia fautori che oppositori della riforma.
Come se non bastasse, quasi tutti i gruppi (PD, FI-PDL, GAL) hanno registrato prese di posizione individuali di dissenso rispetto a quella del gruppo (vedi ad esempio le dichiarazioni di voto dell’8 agosto 2014 di Vannino Chiti, Mineo, Tocci; o la dichiarazione di Augusto Minzolini in dissenso da FI-PDL, di Mauro da PI; quelle del 10 marzo 2015 di Rosy Bindi, D’Attorre, Rotondi ecc.).
Anche per tutti questi motivi è indispensabile andare a votare, e votare senza paura perché dopo, sia che vinca il No, sia che vinca il Sì, non succederà niente.
Ricordate cosa dicevano a proposito della Brexit?
Dicevano che se il Regno Unito se ne fosse andato dall’Ue sarebbe stata la catastrofe e invece non è successo niente.
Ricordate cosa dicevano se avesse vinto Trump?
Dicevano che sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale e invece con Trump, forse, ci sarà il tanto auspicato disgelo e la distruzione dell’Isis.
Meditate gente, meditate.
Siate liberi, ne avete facoltà e votate secondo coscienza.