Alessandria (Andrea Guenna) – Mentre Alessandria si distrae facendo festa per l’inaugurazione del Ponte Meier, il mio pensiero va all’entourage di Rita Rossa per capire chi ci sta amministrando davvero. Per questo motivo è bene ricordare ai lettori (che sono anche elettori) quali amici (dimmi con chi vai e ti dirò chi sei) ha la nostra prima cittadina. Sono anche quelli che hanno sderenato Torino riempiendola di debiti per cui la Guardia di Finanza sta indagando in quanto i giudici contabili ritengono che tra le pieghe dei bilanci di qualche partecipata e del Comune stesso si annidino i reati di falso in atto pubblico (e non falso ideologico, che è una belinata, come per i nostri Fabbio, Vandone e Ravazzano), danno erariale e truffa ai danni dello Stato. Giovedì l’ex sindaco di Torino nonché grande amico della nostra sindaca Rita Rossa ha diffuso una nota nella quale si legge (excusatio non petita accusatio manifesta): “I miei anni sono stati all’insegna del rigore e della trasparenza”; gli ha fatto eco l’attuale sindaca della città sabauda su facebook: “A luglio la mia giunta si è trovata a dover approvare i bilanci di queste partecipate (Gtt e InfraTo, ndr) per non metterle in gravissima difficoltà rischiando di ridurre servizi essenziali per i cittadini. Abbiamo immediatamente evidenziato e messo a verbale lo scostamento e attivato le procedure per fare chiarezza”. L’esposto alla magistratura contabile, da cui è partita la verifica, è stato inoltrato dal consigliere Alberto Morano, il candidato sindaco sostenuto dalla Lega Nord nelle scorse elezioni. Per ora la Guardia di Finanza, che sta effettuando gli accertamenti disposti dalla Corte dei Conti, ha registrato un primo buco di circa 5 milioni di euro, ma si pensa che questa sia solo la punta dell’iceberg. Il falso in atto pubblico riguarderebbe i bilanci del 2015 di Gtt (trasporti) e Infra.To (strutture) ipotizzato dal procuratore Ciro Santoriello, e si riferisce al periodo in cui era sindaco proprio Piero Fassino (Pd), col Comune di Torino che c’è dentro fino al collo in quanto proprietario al 100% delle due partecipate. Potrebbe darsi che i 40 milioni di crediti vantati da Gtt, che non risultano nei documenti della città, o i 22,3 milioni che InfraTo dice di avanzare da Gtt e che per Gtt sono solo 20,2, non esistano, per cui il buco iniziale di cinque milioni di euro nelle casse del Comune di Torino, stando alle cifre ipotizzate, diventerebbe otto volte tanto. E, per analogia estensiva, Alessandria che segue il Fassino-Pensiero e che è circa dieci volte più piccola di Torino, dovrebbe avere – se tanto mi dà tanto – più o meno quattro milioni che ballano. Magari fosse così, perché a ballare sono più di sette milioni fuori bilancio. Il disastro mandrogno si spiega anche perché, nonostante quello che scrive quel cretino dell’assessore Mauro Cattaneo, questa giunta e questa sindaca hanno spesso fatto scelte assurde, che offendono il buon senso, come la nomina a membro del collegio dei revisori dei conti (cioè l’organo che controlla che fine fanno i nostri soldi) d’un tizio, Paolo Bruno da Acqui Terme, condannato nel 2010 dal Tribunale di Alessandria per truffa ai danni della Regione Piemonte per essersi intascato dei soldi destinati a corsi che non ha mai organizzato. Non basta perché l’anno scorso, come presidente di Atm, oggi Amag Mobilità, è stato nominato tale Giancarlo Quagliotti, un torinese reduce di Tangentopoli, condannato nel 1997 per il caso di tangenti Fiat al Pci, amico di Fassino (ma va?), che proviene, guarda caso, proprio dal gruppo Gtt ed è stato coordinatore politico della campagna elettorale dell’ex sindaco di Torino e poi vicepresidente del Pd piemontese. Questa operazione ha confermato, se mai ve ne fosse bisogno, la vicinanza di Piero Fassino, già sindaco di Torino e presidente di Anci (Associazione nazionale comuni italiani), alla pirotecnica e sfasciacarrozze (Amiu, Aral, Aspal, Atm, Amag) sindaca mandrogna che si spera sia “trombata” alle prossime amministrative lasciando il posto a qualcun altro meglio di lei. Ci vuole poco.