Alessandria (Andrea Guenna) – Approfittando del periodo di ferie, come tutti gli anni mi dedico ad attività collaterali a quella di cronista, e attualmente sto terminando due libri che usciranno nei prossimi mesi: uno sul vero segreto dei Templari e l’altro sul vero segreto di Palazzo Rosso, con riferimento al dissesto che non c’era. Proprio ieri, andando a ravanare nell’archivio incasinato che mi ritrovo, ho pescato un documento che sonnecchiava nel mucchio ma che è una bomba atomica. Si tratta della lettera datata 19 dicembre 2011 (Giunta Fabbio), con la quale il ragioniere capo del Comune di Alessandria dottor Carlo Alberto Ravazzano (nella foto) informa la giunta, il consiglio comunale ed il collegio dei revisori dei conti, di aver finalmente trovato la documentazione contabile inerente i ripetuti slittamenti di importi da un anno all’altro con relativa cancellazione di impegni di spesa di parte corrente per oltre 900.000 euro e di conto capitale per oltre 1,5 milioni di euro, per un totale di quasi 2,5 milioni di euro. Era la Giunta Scagni con assessore al bilancio quel fenomeno del ragionier Sandro Tortarolo e ragioniere capo Lorenzo Barbin ad aver effettuato quelle variazioni a bilancio, ma per loro i giudici hanno ritenuto che fosse tutto regolare mentre per il povero Ravazzano che ha denunciato la cosa sono scattate le manette. Sembra di vivere un incubo dove tutto è rovesciato, ma è la pura verità e Ravazzano è stato arrestato due giorni dopo e s’è beccato senza avere nessuna responsabilità tre giorni di carcere. Osservando che il pm e i giudici avrebbero dovuto avere più attenzione sull’operato della Giunta Scagni e meno fretta nel dare la croce addosso alla Giunta Fabbio, ora cambia tutto perché, dopo avere dimostrato che il dissesto non c’era al punto che il ministero degli interni chiede indietro una quarantina di milioni prestati al Comune per pagare debiti che poteva pagare tranquillamente senza chiedere prestiti (la si giri come vuole cara la mia signora Daniela Berri di fede leghista ma carta canta e il Viminale l’ha messo per iscritto) ora è del tutto evidente che gli slittamenti non li ha fatti solo Vandone, costretto a farli perché Mago Zac non ha chiesto la compensazione verticale alla Regione Piemonte causando lo sforamento del Patto di Stabilità al Comune, ma li hanno fatti tutti, anche quelli della Giunta di Mara Scagni (2002 – 2007) la grande moralizzatrice che ha denunciato tutto il mondo per irregolarità che avevano già compiuto abbondantemente i suoi. Sorprendente a questo proposito la sua risposta durante il processo a Fabbio, Vandone e Ravazzano data ai difensori che le avevano chiesto se gli scivolamenti delle somme a bilancio da un anno all’altro avvenissero anche durante il suo mandato, per cui diceva che con lei sindaca era impossibile che si verificassero cose del genere. È stato allora che la difesa ha tirato fuori il documento del 19 dicembre 2011 firmato da Ravazzano che ho trovato ieri, contenente, oltre alla comunicazione agli esponenti in oggetto, anche l’elenco delle spese e addirittura le strisciate della calcolatrice di Barbin. Ma Ravazzano, che non c’entrava niente, riceveva l’avviso di garanzia (e Barbin no?) nel Luglio 2011, subiva, sia a casa, sia nel suo studio, che nel suo ufficio in Comune perquisizioni a tappeto dalle quali, ovviamente, non usciva niente, perché niente c’era. Da quel momento in poi il dottor Ravazzano, impaurito e frastornato, si asteneva dal metter mano nei conti del passato, se non in quelli necessari per il normale andamento della contabilità d’esercizio. In questo quadro era nominato relatore della Corte dei Conti sul caso Alessandria il dottor Giancarlo Astegiano, che pochi giorni prima si era distinto per un’intervista ai giornali torinesi dichiarando che il suo arrivo sarebbe coinciso con la fine della ricreazione per le amministrazioni locali. Poco tempo dopo a Palazzo Rosso (siamo a fine novembre 2011) arrivava come una mannaia la pronuncia della sezione n. 279/2011/SRCPIE/PRSE del 28/11/2011, in cui la Corte dei Conti praticamente chiedeva di far rientrare gli scivolamenti e riscrivere il bilancio 2010 (per quanto riguardava Tortarolo e Barbin invece era tutto regolare) e tutto entro il 30 dicembre 2011. Il Consiglio Comunale riusciva a rispettare i tempi nonostante che Fabbio e Vandone ricevessero a metà dicembre l’avviso di garanzia e il Procuratore Di Lecce rilasciasse un’intervista “profetica” a La Stampa dichiarando che il Comune di Alessandria era in dissesto. Oggi sappiamo che il dissesto non c’era e che se Ravazzano era innocente, lo erano anche Fabbio e Vandone imputati per gli stessi reati. Il dottor Carlo Alberto Ravazzano è uscito a pezzi da questa triste vicenda ed è stato praticamente rovinato avendo dovuto chiudere il suo studio da consulente. Ora chi lo risarcisce?
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