Alessandria (a.g.) – Sulla vicenda dei soldi che “ballano” tra i commissari dell’Osl e Palazzo Rosso, col Ministero dell’Interno che chiede indietro i suoi, si esprime il presidente della commissione controllo gestione del Comune Emanuele Locci (Fratelli d’Italia) che fa le pulci ai bilanci. Come sappiamo, partendo da una massa attiva di circa 104 milioni di euro, con debiti da pagare (al 40%) pari a 64 milioni di euro, abbiamo un saldo positivo di circa 40 milioni. Per Locci questo importo non deve essere restituito in toto allo Stato ma solo per la parte non utilizzata al netto degli accantonamenti e delle spese di gestione, per cui “sarebbero da restituire solo 18 milioni di euro circa, ovvero la quota residuale derivante dal parziale utilizzo dell’anticipazione concessa”.
Diciotto milioni non sono quaranta e viene da chiedersi come mai Palazzo Rosso lasci intendere che debbano essere restituiti quasi 40 milioni di euro. “Forse – afferma Locci – si vogliono liberare risorse nella partita corrente da finalizzare ad altre spese, spostando sulla futura amministrazione l’onere di gestire eventuali squilibri di bilancio”. In sostanza si “cambia cassetto” per cui, con la famosa tecnica delle scatole cinesi, si riempie di debiti il primo da lasciare in eredità, per liberare il secondo.
Non è finita perché questa amministrazione ha ricevuto parecchi milioni di euro dalla Regione Piemonte finalizzati al pagamento di debiti “cronici” soprattutto nei confronti delle partecipate. Come tutto il mondo sa, questi debiti non sono stati mai pagati e le partecipate creditrici, Atm in testa, sono state fatte fallire. In sostanza quei soldi il Comune se li è tenuti ed ha attuato un metodo vecchio come il mondo che è quello di non pagare i debiti ammazzando i creditori (le partecipate fallite, quindi morte).
Inoltre quei soldi sono stati esclusi dalla liquidazione dell’OSL per cui sono sfuggiti alla contabilità del dissesto.
Si tratterebbe di una bella somma, qualche decina di milioni che potranno essere chiesti indietro in qualsiasi momento dalla Regione per il fatto che non sono stati utilizzati per quello che dovevano servire. E nulla vieta di pensare che Chiamparino li chieda dopo le elezioni, magari al nuovo sindaco.
Osserva a questo proposito Emanuele Locci: “L’irresponsabile amministrazione di questa Giunta, col dissesto e i fallimenti delle aziende partecipate per cancellare con un colpo di spugna debiti fisiologici dell’ente e delle sue partecipate, espone la città ad uno squilibrio di bilancio che potrebbe condurre potenzialmente ad una reale situazione di dissesto”.
Insomma, il dissesto che non c’era nel 2012, grazie a questa amministrazione di sinistra, potrebbe esserci adesso.
È una lotta contro il tempo perché la partita si gioca in questi mesi (le elezioni saranno a aprile/maggio 2017) e se dovesse cambiare l’amministrazione comunale – ipotesi per nulla remota – la patata bollente o, se preferite, il fatidico cerino, andrebbe in mano al futuro sindaco ed alla sua Giunta, senza averne colpa.
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