Alessandria (Andrea Guenna) – Dopo che, nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray vicino a Rouen, è stato sgozzato da due musulmani e in nome di Allah l’anziano parroco Jacques Hamel che stava celebrando la Santa Messa, molti preti, invece di condannare a parole ma soprattutto nei fatti la tremenda esecuzione, hanno spalancato le porte delle chiese ai musulmani. Qui da noi ad Alessandria è successo a Santa Maria di Castello dove alcuni musulmani sono entrati e si sono messi addirittura a predicare dal pulpito. Per dirla col cardinale Bagnasco, molto vicino al nostro vescovo, tutto ciò “è un fatto enorme”. Ma siccome il presidente della Cei ha dichiarato ai giornali di non capire il motivo delle critiche di molti cattolici sulla presenza dei musulmani nelle chiese, cerco di spiegarglielo io.
La Chiesa è il luogo sacro dove si adora Cristo Gesù, realmente presente “in corpo, sangue, anima e divinità” nell’Eucaristia. Per questo la Chiesa non è un semplice luogo di culto come la sinagoga o la moschea, ma la Casa di Dio e di Gesù che è Dio fatto uomo. Essendo quindi un luogo sacro non si può profanare. Inoltre il nucleo della fede cristiana sono i Misteri della Santissima Trinità e dell’Incarnazione del Verbo, per cui celebrarli insieme agli infedeli che ostentano la loro diversità è un abominio. A meno che non si dichiari che la Santa Messa è solo un’assemblea cui può partecipare chiunque e la chiesa è solo il luogo dove si tiene quell’assemblea. Ma per ora la Santa Sede non ha ancora deciso in tal senso. Inoltre è bene tener presente che i musulmani seguono una religione esplicitamente contraria alla fede cattolica e non accettano la nostra liturgia che considerano una bestemmia contro Allah.
Nessuno di loro domenica scorsa in Santa Maria di Castello s’è fatto il segno della Croce con l’Acqua Benedetta, si è inginocchiato o ha anche solo chinato il capo al momento della Consacrazione per adorare il Santissimo Sacramento dell’Altare. Nessuno di loro ha ascoltato la lettura del Vangelo come Logos Assoluto, ma solo come un racconto, una cronaca di fatti accaduti duemila anni fa, e il sermone che è seguito è stato da loro ritenuto contrario a quelli dell’imam, cioè a quelli veri, cioè alla verità.
Domenica, a Santa Maria di Castello, si è compiuta una profanazione della Santa Messa, del Luogo Sacro dove essa s’è celebrata e della persona sacra del celebrante che, sull’altare è Cristo stesso, in quanto presta la voce e i gesti a Cristo sommo ed eterno Sacerdote.
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