Roma (da Corsera – Fiorenza Sarzanini) – È manipolato il video pubblicato dal New York Post (https://www.youtube.com/watch?v=XqunDPGrQs4) che mostra la morte di David Rossi, il capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013.
Una settimana prima del nuovo sopralluogo disposto dalla procura di Siena per cercare di scoprire che cosa accade quella sera, le immagini, che in pochi minuti hanno fatto il giro del mondo, mostrano una ricostruzione totalmente falsa. Perché accreditano l’ipotesi che il manager sia stato lasciato agonizzante a terra da due persone, quasi a far credere che si tratti degli assassini.
Per questo i magistrati vogliono adesso accertare chi abbia inviato il filmato al giornale e soprattutto chi lo abbia «confezionato». Uno dei testimoni è già stato riascoltato «proprio per evitare ogni ulteriore illazione», come ha specificato in una nota il procuratore Salvatore Vitello. Ma molto altro bisognerà scoprire. Chi ha dato il video al giornalista statunitense che ha scritto un articolo sugli «strani suicidi» dei banchieri? E soprattutto, la redazione lo ha ricevuto così come è stato pubblicato? Oppure c’è qualcuno che lo ha «rimontato»? L’esistenza di immagini girate quella sera era nota, la trasmissione «Report» le aveva già mostrate in parte. Dunque, questo è il sospetto, qualcuno voleva lanciare un messaggio o comunque usarle come strumento di pressione.
Sono le 9 di venerdì mattina quando il sito del Nyp pubblica il video, subito rilanciato da tutti i media internazionali. Si vede il corpo di Rossi piombare a terra, i suoi ultimi spasmi. La sequenza è agghiacciante, ma ancor più terribile è ciò che accade dopo. Nel vicolo arrivano due uomini: uno si avvicina guarda il manager e va via; l’altro resta poco distante, anche lui rimane qualche secondo e poi fa marcia indietro. La suggestione è evidente, sembra che i sue siano gli assassini andati a sincerarsi che Rossi sia davvero morto. E invece la realtà è tutt’altra.
Quel filmato è stato acquisito dai magistrati poche ore dopo il decesso del manager. Un veloce controllo effettuato venerdì mattina è stato sufficiente per dimostrare che è stato tagliato dalle 19,59, quando il corpo di Rossi cade a terra, fino alle 21,01, quando arrivano i due uomini.
Uno è Giancarlo Filippone, è un collega e amico di Rossi. Quella sera era stato allertato dalla moglie di Rossi, Antonella Tognazzi, preoccupata perché il marito non era rientrato. Nel video ha il piumino, è quello che si avvicina al cadavere. Lo ha confermato venerdì, davanti ai magistrati che lo hanno riconvocato. L’altro è Bernardo Mingrone, anche lui di Mps, la persona che chiama i soccorsi.
La salma di Rossi è stata riesumata lo scorso aprile quando la procura ha deciso di svolgere nuovi accertamenti anche per rispondere alle sollecitazioni della famiglia che non ha mai creduto al suicidio. Tra una settimana, per ordine dei pubblici ministeri, sarà effettuato un nuovo sopralluogo per ricostruire tutte la fasi che hanno preceduto il volo dalla finestra. E, come già successo in passato, accade qualcosa di apparentemente clamoroso che riporta il caso in primo piano.
La prima indagine era stata archiviata come suicidio, anche tenendo conto delle testimonianze che avevano confermato come Rossi si sentisse sotto pressione dopo essere stato coinvolto nell’inchiesta sul «buco» nei bilanci di Mps affidata al Nucleo Valutario della Guardia di Finanza. Le verifiche svolte dalla squadra mobile di Siena avevano escluso l’ipotesi dell’omicidio caldeggiata invece dai familiari. Si è comunque deciso di svolgere nuovi controlli proprio per fugare ogni dubbio. Ma non è certamente quel video manipolato a poter cambiare l’esito degli accertamenti.
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