Alessandria (Andrea Guenna) – Come sempre “sul pezzo” il presidente della commissione controllo Emanuele Locci durante la Commissione Bilancio e Partecipate del presidente Giovanni Barosini che si è tenuta ieri. All’ordine del giorno due domande da un milione di dollari su Farm.Al, la società proprietà per l’80% della famiglia Provera e per il 20% del Comune di Alessandria, costituita per la gestione delle farmacie comunali.
La cessione dell’ottanta per cento delle quote del Comune a Giovanni Provera è avvenuta nel 2009 tramite l’allora assessore al bilancio Luciano Vandone e riguarda l’affitto delle farmacie che, per contratto, torneranno al Comune dopo 60 anni nello stato in cui si troveranno. La trattativa era stata possibile grazie all’intervento dell’allora Cassa di Risparmio di Alessandria che nel dicembre 2009 concedeva ad Alfarma Srl, una società della famiglia Provera costituita ad hoc poco tempo prima, un mutuo da 10 milioni di euro per acquistare dal Comune l’80% di Farmal Srl, la partecipata che controllava le sei farmacie Comunali. L’operazione di vendita fu perfezionata entro lo stesso anno per fusione inversa, un brutto termine per indicare che l’acquirente (Alfarma Srl) dopo l’acquisto sarebbe stata inglobata in Farmal Srl (il venditore) che così si è accollata anche il debito della stessa Alfarma Srl verso la Cassa di Risparmio di Alessandria che aveva prestato i soldi. Il Comune che alla fine ha venduto a Farmal Srl l’80% di Alfarma (ceduto l’intero e introitato il 20% reso da Farmal) per un totale di 14.400.000 euro (pari all’80% di 3 milioni per farmacia) si è tenuto il 20% delle quote oltre al prezzo pagato da FarmAl. Operazione indubbiamente brillante e molto ben concepita da Vandone che anche per la vendita della concessione della nettezza urbana all’Ati Amiu-Iren, avrebbe introitato un anno dopo altri 15 milioni, se la signora Rossa non avesse inopinatamente annullato la gara (danno erariale?).
Uno dei due quesiti posti ieri mattina da Locci in commissione riguarda la costituzione di una nuova società con sede a Roma, la Rondò Srl, di cui FarmAl è proprietaria al 100%, quindi controllata anche dal Comune di Alessandria che di FarmAl ha il 20%, ma in consiglio comunale di questa acquisizione non è mai stato detto niente, per cui non è stata votata come avrebbe dovuto essere.
“Nulla sappiamo – ha detto Locci rivolto all’avvocato Marco Gagliardi, membro del CdA di Farm.AL – su questa nuova società” che, oltre tutto, si occupa di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze sociali e umanistiche, attività che non c’entra niente con le farmacie.
Locci ha puntato il dito anche sulla vicenda che riguarda la farmacia di Largo Catania, quella che vende di più delle sei farmacie di FarmAl, che è stata costruita sull’area di un precedente distributore di benzina, per cui, secondo lui, vi potrebbe essere qualche rischio di inquinamento dimostrato anche dal fatto che “spesso si reca in loco una società che si occupa di bonifiche ambientali e che sono presenti alcuni manufatti, probabilmente dei pozzi piezometrici utili a rilevare un qualche tipo di inquinamento ambientale”.
L’attento consigliere di minoranza ha pertanto chiesto come mai “siano presenti questi pozzi e perché ogni tanto si rende necessario l’intervento sul posto di una società che esegue bonifiche”.
Sono tutte domande che attendono risposta.
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