Alessandria (Maria Ferrari) – Siamo sicuri che il ripetersi sempre più frequente delle alluvioni sia dovuto solo al riscaldamento del pianeta, oppure può dipendere anche dal fatto che non si puliscono più a sufficienza fiumi e torrenti? La gente di fiume sa infatti che, se non si fa manutenzione continua ai corsi d’acqua, aumenta il rischio di esondazione.
“Quand’ero bambino – ci diceva un anziano signore di Tortona – mi ricordo i contadini che piazzavano dei gabbioni di ferro con dentro delle pietre prese dal greto del torrente per contenere e dirigere correttamente la corrente dello Scrivia e provvedevano, nello stesso tempo, a ripulirlo dalle piante secche e dai tronchi, che venivano sempre utili per scaldarsi d’inverno. Oggi tutto questo non si fa più”.
La manutenzione dei fiumi è delegata alla Regione e all’Aipo che intervengono trasportando grossi massi di montagna che provengono dalle zone alpine. Quindi …i nostri padri sapevano forse gestire con lungimiranza la natura dei fiumi? Con il loro esigui mezzi mettevano in campo una manutenzione a “Km 0”- in quanto eseguita dalla gente del posto, con materiali prelevati in “situ”- e, quasi, “a costo zero”. Il tutto con risultati estetici e ambientali evidenti. Si trattava di manutenzione alla stregua di quella stradale, messa in campo chilometro per chilometro, come facevano non molti anni fa i cantonieri (altra figura scomparsa). Inoltre, consentendo il prelievo della ghiaia per mantenere pulito il letto del fiume, si eviterebbe di esaurire le cave già in crisi per mancanza di materia prima.
Oggi, in forza d’una cultura ambientalistica a senso unico, i fiumi non si possono più ripulire e il risultato è che il livello dell’acqua, in occasione di eventi meteorologici “eccezionali”, si alza e contestualmente incontra accumuli di ghiaia anomali (anche più alti delle sponde fluviali). Le conseguenze sono piuttosto evidenti: la corrente dei corsi d’acqua devia naturalmente fuori dalle sponde. L’ultima alluvione è dell’autunno del 2014 quando le piogge torrenziali hanno provocato l’esondazione in diversi punti proprio dello Scrivia, mentre a Tortona l’acqua e il fango hanno raggiunto il metro di altezza minacciando l’acquedotto e la discarica posta tra il ponte della ferrovia e quello dell’autostrada. In quella circostanza si sono contati danni per decine di milioni non solo a Tortona ma in tutta la provincia di Alessandria e la Protezione Civile è intervenuta per soccorrere le popolazioni a rischio e per definire la manutenzione di fiumi e torrenti. Solo nella nostra provincia contiamo i fiumi Po, Tanaro e Bormida, e i torrenti Orba, Scrivia, Borbera, Lemme, Curone, Grue e Ossona. Il 7 gennaio del 2015 l’allora capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli ha emesso un’ordinanza “straordinaria” e con validità temporale limitata con la quale si consentiva la rimozione della ghiaia da fiumi e torrenti senza far pagare gli oneri di trasporto.
All’articolo 10 dell’ordinanza n. 217 del 7 gennaio 2015, il cosiddetto “Provvedimento Gabrielli”, si legge: “I materiali litoidi rimossi dal demanio idrico per interventi diretti a prevenire situazioni di pericolo e per il ripristino (…) dei corsi d’acqua, previo nulla osta regionale (…), possono (…) essere ceduti, a compensazione degli oneri di trasporto e di opere idrauliche ai realizzatori degli interventi stessi, oppure può essere prevista la compensazione, nel rapporto con gli appaltatori, in relazione ai costi delle attività inerenti alla sistemazione dei tronchi fluviali con il valore del materiale estratto riutilizzabile, da valutarsi, in relazione ai costi delle attività svolte per l’esecuzione dei lavori, sulla base dei canoni demaniali vigenti (…)”.
In sostanza si consentirebbe alle imprese del settore l’esenzione dei canoni previsti per l’estrazione e il prelievo delle ghiaie a compensazione del valore delle opere idrauliche eseguite dalle stesse (in sostanza uno scambio). Il provvedimento di Gabrielli è stato recepito dal commissario regionale della Protezione Civile con un’ordinanza pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte l’undici febbraio scorso e che consente procedure più snelle per la rimozione di alberi, pietre, detriti ed altro materiale dagli argini dagli alvei dei corsi d’acqua dell’alessandrino. Ci si chiede perché non rendere definitiva questa misura straordinaria tramite una legge regionale che consenta a regime la compensazione del valore di opere e di lavori di manutenzione dei corsi d’acqua con il valore della ghiaia asportabile laddove si formino gli “accumuli anomali”.
A questo proposito si è mossa nei termini previsti la Giunta Comunale di Tortona con l’approvazione d’un progetto preliminare per il ripristino degli spondali del torrente, che comprende interventi nelle Località Campo Pozzi – Acquedotto e Cascina Castellotto anche per il consolidamento ed il prolungamento della scogliera a protezione della strada di accesso alla discarica di Tortona. Un altro intervento in previsione riguarda la ricostruzione della briglia a protezione del viadotto della ferrovia Torino-Alessandria-Piacenza sul Torrente Scrivia.
Senza abusare di toni retorici si spera, quindi, che qualcuno dia retta ai nostri vecchi e che la sperimentazione del Comune di Tortona – avviata sulla base dell’ordinanza Gabrielli – possa diventare a breve uno strumento ordinario replicabile anche su altri corsi d’acqua, pur senza dover aspettare un’altra alluvione. In fondo si tratta di una soluzione che, in epoca di ristrettezze finanziarie, consente da un lato agli Enti e alle Autorità di assicurare l’avvio dei lavori di messa in sicurezza del territorio (che, altrimenti, sarebbero procrastinati a causa della mancanza di fondi) e, dall’altro, alle aziende private di valorizzare materiali inerti che verranno successivamente riutilizzati nell’ambito di altre opere pubbliche e private. Insomma, una soluzione utile a consentire di raggiungere celermente il risultato, senza peraltro gravare nelle voci di bilancio degli Enti pubblici e, di conseguenza, dei contribuenti.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.