Alessandria (Andrea Guenna) – Al di là delle polemiche, anche campanilistiche, che coinvolgono le quattro grandi città della provincia di Alessandria (capoluogo escluso) Novi, Casale, Tortona e Acqui, sul destino dei rispettivi ospedali, dopo il convegno organizzato la settimana scorsa a Tortona dall’ex sindaco Massimo Berutti (oggi consigliere regionale per Forza Italia) con Forza Italia e Lega Nord, per fare chiarezza sull’iter che ha portato l’ospedale all’attuale situazione, e la levata di scudi della segreteria del Pd di Tortona che difende l’operato della Giunta Bardone, sarebbe opportuno finirla col litigare ed iniziare un discorso serio sul futuro della sanità piemontese. In questo contesto la Regione Piemonte ha invitato ripetutamente l’Asl Al a potenziare i servizi territoriali, dal momento che sono diventati alternativi alla prevista chiusura di reparti ospedalieri, mentre la domanda d’obbligo è: dove stiamo andando? Una prima risposta ci viene dal “Patto della salute 2014-2016” tra Governo e Regioni (che sostituisce quello siglato nel 2009 per il trienno 2010-2012) che è un accordo finanziario per razionalizzare la spesa sanitaria e migliorare la qualità dei servizi. Coi medici, in alcune regioni, è stato anche firmato un protocollo di attuazione degli ambulatori aperti tutti i giorni dalle 8 a mezzanotte, che esistono già in Lombardia, Veneto, Trentino, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, ma possono essere realizzati dappertutto. Si tratta di “super ambulatori”, che si chiamano “Case della Salute” o UCP (Unità di Cure Primarie), che forniscono assistenza ai pazienti in “codice bianco” e “codice verde” riducendo o annullando le richieste ai Pronto Soccorso. Le nuove strutture sono sempre aperte, tutti i giorni, 16 ore al giorno, e le prenotazioni possono essere fatte per telefono evitando code estenuanti e senza la prescrizione del Medico. Con la “Casa della Salute” si abbattono drasticamente i tempi d’attesa per una visita o per delle analisi, e le visite sono a costo Ticket secondo le tariffe previste dal formulario regionale. I vantaggi sono evidenti: prossimità del servizio, assistenza no-stop tutti i giorni feste comprese, smaltimento della stragrande maggioranza degli interventi ospedalieri in quanto gli interventi delle “Case della Salute” coprono il 70% del totale e riguardano interventi e ricoveri senza urgenza o per lesioni (traumi minori, fratture, ecc) e sintomi che non interessano le funzioni vitali. L’ambiito operativo delle “Case della Salute” (codici bianco e verde) rappresenta il 70% delle patologie per cui il restante 30% riguarda quelle più gravi e mortali, in codice Giallo, quando il paziente presenta una parziale compromissione delle funzioni dell’apparato circolatorio o respiratorio, lamenta dolori intensi, non è in pericolo di vita, ma necessita quanto prima di un controllo; Rosso, quando siamo in emergenza in quanto il paziente presenta almeno una delle funzioni vitali compromessa e si trova in immediato pericolo di vita (stato di choc, perdita di coscienza, respirazione interrotta, arresto cardiaco, emorragie e traumi molto gravi). In questi casi non servono più le “Case della Salute” ma ospedali molto qualificati, con personale di altissimo livello e attrezzature all’avanguardia. Nella nostra provincia ne basta uno. Sono quindi opportuni la riorganizzazione delle strutture, un aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA), la lotta agli sprechi, la revisione dei ticket. È chiaro che le nuove strutture sono private, ma pur sempre convenzionate con le Regioni che sono organi di governo con competenza sulla sanità. Si va insomma verso la stretta collaborazione tra pubblico e privato, come esiste già nei paesi anglosassoni, in un settore della massima importanza. Il privato garantisce efficienza e migliore sfruttamento delle risorse, il pubblico grandi strutture dai costi insostenibili per molti privati. Ma è ora di finirla con le guerre di campanile e bisogna mettersi attorno ad un tavolo per gestire al meglio le soluzioni. Il mondo cambia, bisogna cambiare anche noi, in meglio s’intende.
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