Arquata Scrivia (AL) Andrea Guenna – Quando si dibatte troppo su una cosa va a finire che, nonostante non piaccia a nessuno, quella cosa si farà. È il metodo sovietico che serve ad indorare pillole disgustose che nessuno vuole buttar giù. Così il potere economico distribuisce piaceri soprattutto ai partiti di sinistra che amministrano i Comuni, i quali, quando non fanno la rivoluzione bolscevica, servono solo per tener buona la piazza. Ecco perché nei giorni scorsi si è riunito l’ennesimo tavolo per discutere sul Terzo Valico che così com’è non serve a niente e costa un sacco di soldi letteralmente buttati via. Infatti se non si mette mano al porto di Genova (cliccare http://www.alessandriaoggi.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=3858:la-logistica-alessandrina-dipende-dalle-scelte-su-genova&Itemid=136) non ci sarà un ritorno economico anche alla luce del fatto che ormai l’interporto di Rivalta è stato declassato a struttura di serie B dipendente da quella di Novara che è di serie A. Tutto il resto è aria fritta e il patto tra i Comuni della Valle Scrivia per lo sviluppo del territorio è una trovata populistica. Infatti i Comuni sono stati persuasi dal Cociv (general contractor) che in cambio del parere favorevole regala loro strade, infrastrutture, rotonde e tutto quello che serve a far bella figura con gli elettori che la prossima volta potranno confermare la fiducia ai sindaci che quelle strade, rotonde e quant’altro hanno fatto. È un giochino vecchio come il mondo, ma la gente ci casca sempre. E così mi tocca leggere che “l’esito dell’incontro di Arquata tra sindaci e commissario straordinario Iolanda Romano sulla carta è stato positivo” mentre tra sindaci, rappresentanti della Regione e di Rfi, è stato raggiunto un accordo affinché da un lato i Comuni la piantino lì di rompere le scatole e dall’altro Cociv e Rfi si rimbocchino le maniche ed entro l’anno aprano i cantieri per le opere promesse. Solo per la città di Novi Ligure l’ex sindaco Lorenzo Robbiano (presente non si sa a che titolo all’incontro di Arquata) nel 2013 aveva firmato un protocollo d’intesa con Cociv e Rfi, naturalmente confermato in blocco dai compagni di Novi sindaco Muliere e Malfettani in testa, per cui, in cambio dell’acquiescenza d’una città che concede anche l’area per un cantiere gigantesco, i padroni del vapore regaleranno un grosso intervento in via Verdi, l’allargamento della sede stradale sotto il ponte della ferrovia che sfocia in Piazza XX Settembre, con doppio transito nei due sensi di marcia, la costruzione di un sottopasso pedonale, una rotatoria in Piazza Pernigotti, il tunnel tra corso Marenco e via Garibaldi. Si tratta del classico scambio di piaceri: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me, e chissenefrega se c’è l’amianto, l’inquinamento dei pozzi, il rumore, i fumi e si spendono un sacco dei soldi per niente. Mandiamo gli Agitprop ad organizzare i soliti cortei con tanto di palloncini colorati e figlioletti al seguito (più son piccoli e meglio è) così, mentre la gente protesta e si distrae, noi andiamo avanti coi lavori, e chi s’è visto s’è visto. È il classico “Metodo Stalin” per cui in URSS hanno fatto quello che hanno fatto e il popolo bue se n’è accorto solo molto tempo dopo. Nel pacchetto che Cociv e Rfi doneranno ai vari Comuni, ci sono strade, sistemazione di frane e corsi d’acqua, acquedotti, collegamenti a banda larga, piste ciclabili e molto altro, per un totale di 300 milioni di euro. La verità è che di preciso Cociv non sa ancora quello che deve fare ma intanto ha iniziato a fare regali un po’ a tutti.
Non si sa mai.
Et voilà les jeux sont faits. Rien ne va plus!
E io pago.
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