Alessandria (Andrea Guenna) – Uno dei capolavori dell’arte fascista in città, il mosaico del pittore e scultore futurista Gino Severini che adorna il palazzo delle Poste Centrali in piazza della Libertà, sarà ulteriormente tutelato e reso maggiormente visibile con lo spostamento dell’area di sosta che attualmente è posta nelle sue immediate vicinanze. Il palazzo delle poste, realizzato tra il 1937 ed il 1941, è solo uno degli esempi dell’arte fascista alessandrina che annovera, fra l’altro, il dispensario antitubercolare di Ignazio Gardella del 1938, il monumento ai caduti nei giardini della stazione realizzato da Gaetano Orsolini nel 1937, la scuola elementare un tempo intitolata a Rosa Maltoni Mussolini (la mamma del Duce) di Via XX Settembre. Sono solo alcune realizzazioni del Ventennio, significativo esempio dell’arte razionalista italiana. Sono convinto che il Fascismo abbia fatto bene almeno fino al 1936 (massiccia politica sociale – per non dire socialista con la creazione di Inps, Inail, Onmi, indennità di disoccupazione-, infrastrutture, sostegno alle famiglie, redistribuzione del reddito, fortissima politica di stampo keynesiano grazie a Beneduce) e anche nell’architettura s’è distinto in modo pregevole. In tutt’Italia sono rimasti esempi degni di nota dell’architettura fascista ed è un fatto positivo oltre che un dovere davanti alla storia ed alla nostra cultura, preservarli. Rendiamo merito al consigliere comunale Renzo Penna, che è tutt’altro che fascista ma è certamente persona intelligente ed onesta intellettualmente, che ha sollevato il “Caso Severini” presentando un’interpellanza in consiglio comunale per la salvaguardia e la valorizzazione del mosaico delle Poste, alla quale hanno risposto subito gli assessori Marcello Ferralasco (Urbanistica) e Vittoria Oneto (Beni e politiche culturali) garantendo l’intervento del Comune. Non possiamo nemmeno dimenticare l’opera del nostro Tony Frisina che da anni, attraverso i suoi libri e le sue fotografie, ha mantenuto vivo l’interesse per un’opera di grande rilievo e dall’eccezionale valenza culturale ed estetica. Nelle foto sotto, dall’alto in basso, alcuni ottimi esempi di architettura fascista in Alessandria da preservare: Dispensario Antitubercolare (Ignazio Gardella, 1938), Monumento ai Caduti (Gaetano Orsolini, 1937), Palazzo delle Poste (Gaetano Petrucci, 1941), Scuola Elementare di Via XX Settembre (1935).
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