Dopo la vittoria corroborante di domenica scorsa a Meda, invero più per il dato numerico che per la prestazione, di una cosa sono sicuro: sono anni che il Renate ci ha fa passare pomeriggi davvero imbarazzanti e stavolta, tra andata e ritorno, ci siamo vendicati applicando gli interessi. Spero che lo spirito vendicativo mandrogno emerga pure lunedì prossimo, visto che la capolista ci viene a far visita, e all’andata proprio il Cittadella aveva vinto la partita in extremis, magari senza meritarlo. A questo punto, fuori da tutte le competizioni che fanno da corollario al campionato, Gregucci, a margine della partita di Meda, ha ribadito che la Timcup è “costata” a questo collettivo poco in termini di dispendio di energie psicofisiche. Lo strabiliante percorso dei Grigi nella Coppa dei grandi ha portato invece all’Alessandria un ritorno di immagine a livello nazionale mostruoso unito ad una significativa iniezione di denaro nelle casse societarie, invero tutt’altro che esangui. La nota di colore della vittoriosa domenica al Città di Meda è stata invece la contestazione durante tutta la partita da parte di una frangia di tifosi nei confronti di Magalini, contestazione ribadita poi sui social da parte di noti ideologi della curva. E nonostante la testimonianza pubblica di sfiducia di certa tifoseria nei confronti del DS questa volta sia stata clamorosa, nei resoconti giornalistici della giornata di sport di certi nostri eroici inviati non c’è traccia dell’episodio: come volevasi dimostrare. Strano, soprattutto per quei cronisti i quali, se la legge sulla privacy lo consentisse, pubblicherebbero, ad uno ad uno, persino il numero di codice fiscale dei tifosi al seguito, così da vellicare biecamente la loro autoreferenzialità. E visto che riguardo ai motivi di questo comportamento davvero bizzarro da parte di Penna Svicolante e dei suoi compari ho già parlato precedentemente, bando alle piccinerie e alle miserie di chie anela ad abbassarsi al ruolo di tappetino per certi dirigenti calcistici, e passo a proporre, al contrario, una seria riflessione nel merito della contestazione in quel di Meda. Innanzi tutto dico che, per contestare il lavoro e i valori di un professionista come Magalini che da anni è, nel bene e nel male, sulla cresta dell’onda, non basta lanciare accuse generiche ed indimostrabili. È chiaro che non si sta parlando di un direttore sportivo aduso ad offrire sistematicamente pizze e birre ai capi bastone della tifoseria né, tantomeno, cene in salette riservate ai giornalisti amici (giusto per citare comportamenti di Ds che, in passato, erano adorati in Mandrognìa), e non penso che certa “riservatezza” sia da licenziare come mancanza grave da parte dell’attuale Ds . Quando poi si boccia aprioristicamente il lavoro di un direttore sportivo, come da più parti è stato fatto, allora credo sia il caso di invitare tutti ad avere criteri di valutazione che vadano ben oltre le fantomatiche “marmellate” che taluni ipotizzano. Anche perché, se certe operazioni di bassa cucina fossero state davvero perfezionate, sarebbero inevitabilmente passate sotto il naso di Di Masi, presidente mooolto presente. Quindi taluni cosa cercano di far credere? Che Magalini lavora anche pro domo sua e, mentre non viene controllato a dovere dal suo datore di lavoro, lo è invece da alcuni tifosi eccellenti che hanno invece la chiave per capire e sapere tutto? Ma lasciamo perdere, così evito di fare l’elenco delle minchiate dette e scritte da certi eccellentissimi ideologi nell’arco di questi anni (di cui alcuni ora contigui alla società) come pure le minchiate praticate dai loro idoli, che, tra l’altro, oggi fanno un altro mestiere. Ciò detto, le pulci al DS è giusto farle sì, ma in altri momenti e con ben diverse argomentazioni, se no va a finire che a Magalini proporranno in riva al Tanaro un contratto a vita. Certo è che l’unico organo d’informazione che la settimana scorsa ha duramente contestato le dichiarazioni di Magalini circa l’idea di snobbare il Milan e la semifinale Timcup mandando a S.Siro i ragazzotti della Berretti è stato proprio, guarda caso, Alessandria Oggi. Nel contempo, su pubblicazioni, organi sedicenti “dei tifosi grigi“, pochi giorni orsono è stato pubblicato il panegirico di un giocatore che fin qui ha rappresentato, almeno secondo me, una scelta strategica cannata del nostro Ds: tale Iunco. Pertanto, quando si danno giudizi su professionisti con una carriera consolidata alla spalle, bisogna armarsi di dati e di elementi probanti senza limitarsi alle accuse generiche ed improbabili che potrebbero valere da Marotta in giù. Altrimenti è lecito pensare che la differenza tra un Ds ed un altro stia principalmente nella generosità riguardo alle libagioni offerte a piene mani dall’uno rispetto all’altro e non credo che questo sia un parametro di valutazione propriamente credibile e scientifico. Se poi qualche furbacchione in altri tempi è riuscito a far credere a taluni tifosi e a tal altri giornalisti di non decidere linee strategiche ed operazioni di mercato senza prima aver ottenuto certe democratiche benedizioni allora siamo all’autoreferenzialità perfetta da una parte e al paraculismo sferico dall’altra. E con gente di tal guisa non si va da nessuna parte, né loro né, soprattutto, noi.
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