LA NOTIZIA-BUFALA – Il 25 febbraio scorso era pubblicato da tutti i giornali, ma proprio tutti (meno noi), che, grazie all’approvazione del progetto per la bonifica dei terreni contaminati da cromo esavalente, iniziavano i lavori nel Polo Chimico di Spinetta Marengo ex Montedison per un costo complessivo di 7 milioni di euro. Il progetto è curato da Solvay Specialty Polymers in collaborazione con Università del Piemonte Orientale, Ramboll Environ (consulente ambientale), Arpa e Cnr. È prevista l’iniezione nel terreno di una soluzione costituita da polvere di ditionito di sodio in acqua: la reazione chimica trasforma il cromo esavalente, solubile e quindi mobile in falda e pericoloso, in trivalente, insolubile e non pericoloso. All’interno dello stabilimento sono state identificate 7 aree da bonificare, pari a circa 30.000 metri quadrati di terreni.
Ma che bravi! Che geni gli alchimisti alessandrini che sono riusciti a trasformare il tossico cromo esavalente in cromo trivalente, che tossico è, ma pochino pochino! Ed ora con una campagna giornalistica vorrebbero convincere gli ingenui creduloni alessandrini di essere in grado di bonificare i terreni e la falda di Spinetta inquinati da cromo. Ma un conto è giocherellare con due provette in laboratorio ed un conto riuscire a bonificare veramente centinaia di migliaia di tonnellate di terra e la sottostante falda freatica. L’inquinamento da cromo inizia dal sottosuolo dello stabilimento ex Montedison, quando ancora si chiamava Montecatini e lavorava minerali per produrre bicromati. Secondo un uso allora assai diffuso nella rozza industria italiana, pressoché priva di controlli, gli scarti di lavorazione erano utilizzati per mettere in piano le aree di espansione degli stabilimenti su cui costruire i nuovi capannoni (ad esempio a Casale lo facevano con gli scarti di amianto). Ad accorgersi dell’ inquinamento delle acque furono i tedeschi nel 1944, culturalmente e scientificamente più avanzati di noi, quando fecero le analisi dell’acqua con cui abbeverare i cavalli dell’esercito che tenevano alla cascina Pederbona. I terreni inquinati da cromo hanno una profondità di circa 7-8 metri sino alla falda freatica che si trova a quel livello. Partendo dal sottosuolo della ex Montedison si estendono sotto lo zuccherifico ed il Museo di Marengo per poi dirigersi allargandosi a doccia verso il sottosuolo della cascina Pederbona. Gli alchimisti alessandrini con una pressante campagna sostenuta da un giornalismo infame, sempre a disposizione del potere, qualunque esso sia, vorrebbero convincere l’opinione pubblica di essere in grado di bonificare la superficie inquinata. Contro l’inquinamento da cromo fu fornita l’acqua attingendola da una falda a monte della Montedison (e se ben ricordiamo, la diedero agli abitanti delle zone più inquinate) mentre quelle inquinate da cromo erano e furono usate, senza nessun problema per scopi irrigui e per impieghi non alimentari. Ma a ben guardare, gli stregoni alchimisti alessandrini, anche se tengono la cosa segreta, hanno scoperto la pietra filosofale vanamente cercata per millenni. La pietra filosofale, per chi non lo sapesse, è in grado di trasformare qualsiasi cosa in oro. Ad Alessandria l’hanno fatto con l’Università del Piemonte Orientale (Dipartimento di scienze ed innovazioni tecnologiche) che ha ricevuto l’incarico della bonifica e, a riguardo, sono già stati stanziati 7 milioni. Il vero problema di Spinetta non è oggi l’inquinamento da cromo bensì il rischio delle lavorazioni effettuate, molte delle quali producono autentici gas nervini la cui tossicità è paragonabile a quelli di uso militare. I soldi che dovrebbero essere spesi per garantire la sicurezza degli abitanti di Spinetta finiranno così in una delle tante truffe di cui vive l'”ecologia” in Italia, paese che crede ai miracoli e non nella scienza e nella ragione. Non dimentichiamo che le lavorazioni effettuate a Spinetta sono simili a quelle di Bhopal in India che causarono un’autentica strage. E c’è di più: come ci ha detto l’ingegner Claudio Lombardi, Assessore all’ambiente del Comune di Alessandria, se uno non è proprio stupido non va a bere l’acqua inquinata di Spinetta ed usa quella dell’acquedotto, ma non può fare a meno di respirare per cui gli inquinanti tossici danneggiano in uguale misura che è prudente e chi no.
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