Valenza (AL) – “Qui a Valenza l’80% delle transazioni per oro e gioielli è in nero – ci ha detto un vecchio commerciante orafo – è così da sempre e se non fosse così Valenza tornerebbe ad essere un paesone di coltivatori diretti. Ogni tanto ne beccano uno, ma ci siamo abituati”. Siamo andati sul posto per capire bene di che portata sia l’inchiesta della Guardia di Finanza che ha sorpreso un commerciante del posto vendere in nero preziosi a calciatori di prima grandezza, una ventina di campioni di serie A. Gli assegni coi pagamenti erano intestati a un pensionato, residente nella nostra provincia, amico dell’orafo, che incassava e poi consegnava il contante. A occuparsi della compravendita era un incaricato della ditta che, conquistata la fiducia degli sportivi, li raggiungeva anche in albergo durante i ritiri, proponendo le ultime creazioni oppure ritirando direttamente sul posto gli ordinativi. Secondo gli inquirenti il commerciante valenzano avrebbe evaso in cinque anni oltre 2 milioni di euro nel periodo 2008-2013 oltre a circa 200.000 euro di Iva. Gli atti dell’indagine sono stati trasmessi all’Agenzia delle Entrate per il recupero a tassazione di quanto evaso. Ora però parlano gli avvocati dell’orafo inquisito, Paola Pelizzari e Paolo Amisano, di Valenza che contestano l’impianto accusatorio della Guardia di finanza: “Faremo sicuramente ricorso alla commissione tributaria perché riteniamo l’accertamento del tutto infondato”. Per loro i due milioni di euro contestati sarebbero troppi e la cifra evasa corrisponderebbe a meno della metà. L’orafo valenzano dovrà rispondere soltanto sotto l’aspetto amministrativo in quanto la somma per la quale si contesta l’evasione nell’arco dei cinque anni non supera la soglia di 150.000 euro di mancate ricevute che farebbe scattare il penale.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.