Alessandria – Ieri sera il giudice Aldo Tirone ha inflitto a don Giovanni Sangalli, 52 anni, cappellano del carcere di San Michele 8 mesi per abuso d’ufficio, concedendo condizionale e non menzione, che sospende anche l’interdizione di un anno dai pubblici uffici. Il sacerdote è finito sotto processo in quanto ritenuto il “corriere” della droga che finiva ai detenuti. Il pm Ghio aveva chiesto per lui cinque anni e sei mesi di prigione nonostante che fosse stato proprio don Sangalli a denunciare il fatto che, in un pacco da recapitare in carcere, c’era una radiosveglia rotta e, in base quella denuncia, è stato appurato che quella sveglia conteneva droga come anche altre sveglie con la droga erano state introdotte nel carcere dal religioso che ha dichiarato di non sapeva niente della droga. Per il pm Ghio non era possibile che don Sangalli continuasse a portare pacchi con sveglie e cellulari nella casa di reclusione senza sapere cosa contenessero d’altro, mentre per l’avvocato Rosella Monti che l’ha difeso, era completamente estraneo anche perché “da anni lotta contro la droga e proprio per questo ha pure ricevuto minacce”. Ieri il giudice lo ha assolto per la droga ma condannato per l’introduzione illecita dei telefonini.
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