di Andrea Guenna – Solo i miei cugini di Bretagna e Aquitania sono rimasti socialisti, mentre il resto della Francia, se sommiamo il Fronte Nazionale e i Repubblicani di Nicolas Sarkozy, ha sterzato a destra. Quasi l’ottanta per cento dei francesi ha bocciato la politica dei dibattiti sfiancanti tipici di una sinistra noiosa e inconcludente, salottiera e snob, distante anni luce dai problemi della gente che lavora e tira la carretta, una sinistra scostante che parla con l’erre moscia e il birignao. La gente ha detto di no a una sinistra convinta che coi dibattiti si risolvano i problemi mentre le cose restano quelle di prima se non peggiorano. Ora, al di là di ogni previsione, la Francia ha deciso e le sinistre sono state suonate per bene dalle due Le Pen, Marine e Marion, che incassano un risultato storico. Nel primo turno delle elezioni regionali il Front National è il primo partito di Francia col 29,6% dei suffragi, saldamente in testa in sei regioni. “La Francia rialza la testa – ha detto Marine Le Pen – è un risultato magnifico, che accogliamo con umiltà. Il Fn è l’unico fronte veramente repubblicano, poiché l’unico a difendere la nazione e la sua sovranità”. Un Front National che nella regione Piccardia – Nord Pas de Calais, la stessa da cui migliaia di rifugiati tentano ogni giorno di raggiungere la Gran Bretagna, è andata oltre il 41% dei suffragi, molto più del doppio del candidato socialista Pierre de Santignac (18%). Fermo al 25% l’ex ministro Xavier Bertrand, candidato della destra moderata guidata dall’ex presidente Nicolas Sarkozy che appare il grande sconfitto, colui che non ha saputo cavalcare l’onda lunga del trionfo delle destre vere. Tuttavia l’ex premier transalpino ha ottenuto l’invito della Gauche a fondersi con lei in funzione anti-Le Pen in vista del ballottaggio di domenica e, per questo motivo, i socialisti hanno annunciato il ritiro dei loro candidati del nord per favorire proprio i repubblicani. Insomma la vittoria del Front ha sparigliato le carte e, pur di frenare l’ascesa delle due Le Pen, la sinistra è disposta a firmare un patto col “diavolo” Sarkozy alleato a sua volta del centro. Ma la storia va avanti e se in Danimarca il blocco di destra di Lars Lokke Rasmussen è attestato al 51,5 %, se la destra va al potere in Ungheria, Bulgaria, Romania, Ukraina, e avanza nel Regno Unito, in Belgio e Polonia e, fuori dell’Europa, in Israele e Australia, è del tutto evidente che la sinistra, almeno per ora e nonostante tutti i soldi e i favori che riceve dai governi e dai banchieri per tenere, grazie anche ai sindacati compiacenti, a bada le masse che rompono sempre le palle a chi è nella stanza dei bottoni, è spompata, è una sinistra che non tiene più il passo, che ha perso contatto coi popoli. Una sinistra che fa continui esperimenti sulla testa delle persone come se fossero cavie. La destra, oggi, è molto più concreta, pragmatica, e dimostra di non essere affatto becera e ignorante in quanto porta avanti soluzioni semplici e chiare per liquidare un’Europa delle banche e del profitto a tutti i costi, degli inutili sacrifici, delle frontiere al di fuori di ogni controllo, in cui dietro all’accoglienza prospera il fenomeno del racket dei migranti, un’Europa che non fa bene agli europei. Sono i fatti a dare ragione a questa nuova destra che propone interventi keynesiani per rilanciare le economie nazionali, l’abbassamento delle tasse perché le paghino tutti, la migliore gestione delle forze dell’ordine, il ritiro delle truppe militari all’estero, la nazionalizzazione delle banche. Argomenti che piacciono tanto a Putin. E qui sta il vulnus, perché lo Zar, a sua volta, non piace agli Usa ed alle banche, per cui lo scontro si fa internazionale e la vittoria della Le Pen non è altro che la punta di un iceberg che deve ancora emergere. Si tratta di una Rivoluzione Francese bis, che parte dalla Francia per essere esportata in Europa e nel mondo proprio come è successo nel 1789, che rappresenta ormai il diaframma di separazione tra chi sta di qua e chi di là, tra chi sta con le nazioni indipendenti ancorché alleate e solidali fra loro insieme all’amico Putin, e chi sta con la globalizzazione selvaggia che è figlia degenere dell’internazionale socialista oggi portata avanti dalla Trilaterale. La sinistra non ha mai capito che il mondo è come un quartiere con tanti condomini (i continenti) dove ciascuno ha il suo appartamento (gli stati) e chiude la porta (la frontiera). Non esiste un condominio senza porte e non deve esistere un’Europa senza confini e senza monete nazionali.
Il no a questa sinistra catastrofica che ha messo la gente sul piatto del Molok degli Illuminati a trazione statunitense, che ci ha gettati tutti nella palude insieme ai nostri invasori senza speranza mentre chi comanda davvero è arroccato nelle torri eburnee del potere satanico internazionale, per molti è il no alla morte lenta dei popoli e il sì alla speranza. Ecco alcuni motivi della vittoria delle destre che sono vicine alla gente perché parlano un linguaggio comprensibile a differenza delle sinistre che sono sempre più lontane dalla realtà, che dibattono sul nulla, rappresentate da personaggi scostanti ed insopportabilmente snob.
Ma la gente ormai ha capito e cambia canale.
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