Alessandria – Ancora malasanità a Novi. Dopo il caso di setticemia non curata al San Giacomo che ha causato la morte di Silvia Cassano, 76 anni di Basaluzzo, ora i medici novesi sono finiti di nuovo sotto processo per un catetere dimenticato tra l’addome e la vescica che ha ucciso Luigi Bianchi, 85 anni di Varese, operato al femore. Il processo per omicidio colposo vede imputati cinque medici del San Giacomo: Danilo Zerantola, 61 anni di Novi, Angelo Mario Raffini, 62 anni di Borghetto Borbera, Giovanni Sarda, 59 anni di Valmadonna (tutti e tre ortopedici difesi da Luca Gastini), Valter Fusco, 40 anni di Novi, urologo, e Maria Paola Bottaro, 42 anni di Borghetto Borbera, guardia medica del Pronto Soccorso (tutelati da Tino Goglino). I fatti risalgono al gennaio 2011 quando il Bianchi, dopo l’operazione, era convalescente con un catetere sovrapubico inserito eseguendo un taglietto sull’addome. Durante la notte si strappò il catetere che un’infermiera buttò via, dopo aver fatto una medicazione, ma aveva gettato solo il pezzo esterno mentre l’altro pezzo era rimasto dentro con la conseguenza che l’urina si diffuse nell’addome e, giorno dopo giorno, causò la setticemia. Il paziente fu dimesso nonostante avesse forti dolori all’addome tanto che fu di nuovo ricoverato ma questa volta a Voghera dove l’hanno operato per estrargli il pezzo di catetere rimasto nell’addome. Ma era ormai troppo tardi e Luigi Bianchi è morto.
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