Dopo aver visto anche l’undicesima partita dei Grigi in questo campionato 2015/2016 sono arrivato a questa conclusione: meno male che Angelo c’è. Angelo Gregucci, naturalmente. Il quale dopo quattro partite della “Gestione Scienza” si è preso una bella gatta da pelare, quella di spiegare al colto e all’inclita che “il Re è nudo“ ( L’Alessandria attuale non è, come in tanti pensavano, uno squadrone). Nudo… proprio nudo no, ma diciamo che non è vestito in modo propriamente regale. Sì, ma vallo a spiegare ai tifosi che questa estate sognavano la super squadra in grado di dominare la classifica. E a quei lacchè di scribacchini (dicasi pennivendoli) che danno un colpo al cerchio e l’altro… al cerchio cosa gli raccontiamo, dopo le belinate che hanno propinato per tutta l’estate? Certo, dopo aver investito nel mercato estivo sui due bomber della scorsa stagione ed avere un certo Iunco in rosa, augurarsi che a Marras e a Boniperti non venga mai un raffreddore, la cosa può apparire bizzarra ma è vera. Adesso dobbiamo sentirci raccontare la storiella secondo la quale in un campionato c’è spazio per tutti, che abbiamo ventidue titolari ed altre simili banalità, ma sappiamo tutti che non è così. Infatti se arruoli Ibra o Iguain ti aspetti da loro grandi cose e se gli effetti speciali non arrivano devi farti delle domande e darti delle risposte. L’Alessandria vista a Pordenone infatti è parsa una buona squadra, in grado certamente di giocare un ruolo di rilievo nel girone, ma da questo ad essere una dominatrice ne corre. Purtroppo è evidente che trovare un equilibrio nell’undici mandrogno così come è stato strutturato non è cosa semplice. Se poi alcuni big della squadra pensavano che bastasse la loro mera presenza in campo per mettere in fuga il nemico tutto diventa ancora più difficile. Penso ad un giocatore con straordinarie capacità tecniche e balistiche come Loviso relegato in panca, e mi viene il mal di pancia. Ma ritengo che, ad oggi, il mister abbia fatto scelte dolorose ancorché irrinunciabili, sempre se vogliamo vedere giocare a calcio la nostra squadra del cuore anziché impegnata a costruire origami sul campo. Che poi dei signori come i succitati Iunco e Loviso, o i Fishnaller e i Bocalon, non siano buoni giocatori, è da matti solo il pensarlo. Quindi, potrebbe sostenere qualcuno, il problema sarebbero gli altri sette? In realtà il giocatore che fin qui ha reso di più nonostante acciacchi vari di natura fisica è Sabato, il quale non ha potuto godere della pausa estiva causa Universiadi, nelle formazioni ideali del precampionato era sempre relegato in panca e – anche questo è un segnale – è il giocatore, ragazzini a parte, che guadagna meno di tutti i celebrati inamovibili. Ma se il nostro giocatore più positivo è il terzino sinistro, come si fa a pensare all’Alessandria come ad una squadra d’attacco, composta da big della categoria e non invece ad un collettivo operaio, che si suda ogni pallone conquistato e che non è oggi in grado di proporre un calcio fantasioso ed arrembante? Questo tenta di farci capire, da quando è arrivato, il Nostro Caro Angelo. E lo comunica come può, essendo alla guida di un gruppo di lavoro dove, è ovvio, non può permettersi di perdere qualcuno per strada. Penna Demente ha dipinto i ragazzi reduci dal pareggio di Pordenone come “eroici“. Come suo costume ci racconta delle balle. La verità è che la partita contro i Ramarri non ha rivelato nessun lato “eroico“ dei Grigi bensì la giusta voglia di un gruppo di portare a casa il risultato. Sapete chi sono davvero degli eroi? I ragazzotti della Pro Patria che, a zero punti, senza sei titolari e dopo quel rigore subìto, l’altra domenica al Mocca hanno lottato per cento minuti. Ma eroici sono pure quelli che leggono da trent’anni le cagate di Penna Cadente.
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