Spinetta Marengo (Alessandria) – L’attività del complesso Eldorado (palestra e piscina Bellavita, hotel Diamante, Uci Cinema e pizzeria Rossopomodoro) non si è fermata nonostante la grave crisi finanziaria. Infatti, come già anticipato da noi di Alessandria Oggi due settimane fa, non fallirà nonostante i debiti giganteschi, perché mercoledì 28 ottobre è intervenuto il governo che ha salvato Coopsette, la proprieatria del complesso, esattamente come due anni fa ha salvato Monte Paschi di Siena e nei giorni scorsi ha salvato il quotidiano comunista l’Unità. Insomma il soccorso rosso che un tempo era affidato al PCI ed alle cooperative rosse, ora è di competenza diretta del governo, a dimostrazione che stiamo vivento in un’epoca in cui l’Italia è quasi completamente sovietizzata. E così il Bellavita di Spinetta, scardinando tutte le regole del mercato, potrà continuare a lavorare – si fa per dire – nonostante costi di più di quel che guadagni (la teoria liberale einaudiana direbbe che bisogna spendere una lira meno di quel che si guadagna, mentre loro, i comunisti di Coopsette-Bellavita, hanno applicato la teoria dei trinariciuti per cui paga sempre Pantalone). Nel solo centro wellness i dipendenti sono 24 e hanno avuto difficoltà a riscuotere la quattordicesima pagata in due tranche, poi ci sono quelli dell’hotel per il quale le prenotazioni sono bloccate al 31 dicembre. Il governo ha nominato il dottor Giorgio Pellacini di Reggio Emilia commissario per la liquidazione di Coopsette che per prima cosa deve preoccuparsi di pagare lo stipendio di ottobre ed ai sindacati (buoni quelli) è stato prospetatta l’eventualità di pagarlo a rate: il 40% subito e il resto dilazionato in base a un calendario da definire in una serie di incontri. E mentre i dipendenti aspettano i soldi i sindacati complici dei compagni di Coopsette aprono i soliti, stucchevoli, inconcludenti – oltre che essere una solenne presa per il culo – tavoli di confronto, dove si discute del nulla mentre chi dovrebbe essere pagato lavora praticamente gratis. Questa porcheria di accordo sarà certamente approvato stamane dall’assemblea dei lavoratori del complesso Eldorado, in quanto l’alternativa è il nulla. I lavoratori sono di fronte al dilemma di mangiare la minestra (poca e un po’ rancida) o saltare dalla finestra. Per fortuna qualcuno di loro si è accorto che il re è nudo ed ha contestato l’inquadramento contrattuale, una situazione mai messa ufficialmente nel mirino, finora, forse nella speranza di un progressivo adeguamento.
E io pago.
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