Torino (Giulia Giraudo) – Ci sarà una bella gatta da pelare per Matteo Salvini al direttivo regionale (Consiglio Nazionale Piemontese) della Lega Nord in programma martedì prossimo, prima del congresso di fine novembre volto a decidere chi sarà il nuovo segretario regionale. Oggi la carica è ricoperta dall’ex governatore del Piemonte Roberto Cota e alla sua successione sono in corsa Gianna Gancia “in Calderoli” capogruppo a Palazzo Lascaris e il mandrogno Riccardo Molinari attuale segretario provinciale della Lega alessandrina. Molinari, che è anche vice segretario federale (il numero due dopo Salvini), ambizioso, onnipresente nei talk show, già consigliere e assessore regionale a Torino, ha anche avuto modo di dichiarare ad un foglio alessandrino che “fare il sindaco di Alessandria sarebbe un onore”, lasciando trapelare l’intenzione di candidarsi alle elezioni amministrative della primavera del 2017 per scalare Palazzo Rosso. Ma ciò non è possibile in quanto, stando a quanto prescrive la legge Severino, essendo indagato per la vicenda Rimborsopoli, rischia di essere condannato e, nel caso fosse eletto sindaco, immediatamente sospeso dalla carica. Per questo motivo, constatata l’eventualità di non poter fare il sindaco, tenta la carta della segreteria regionale. Ma c’è la moglie di Calderoli a sbarrargli la strada. Se da una parte Matteo Salvini lo appoggia, dall’altra la base, più vicina a Calderoli, appoggia la Gancia. Per Salvini questa è una brutta storia per il fatto che nessuno dei due contendenti vuole mollare la presa e c’è già qualcuno che prevede una proroga dell’incarico a Cota in attesa che si calmino le acque.
Ma ci sarebbe una terza soluzione, cioè quella di commissariare il partito in Piemonte dando carta bianca a Gianluca Savoini, detto il “russo” per via del suo ruolo chiave nei rapporti tra Salvini e Vladimir Putin. Leghista Doc, uomo di destra, ex redattore de Il Giornale, Libero, Padania, apparentemente della corrente maroniana, pro-Putin fino al midollo, Savoini è presidente dell’Associazione Lombardia-Russia che si fa portavoce in Italia delle posizioni ufficiali del Cremlino. Un lombardo, con parenti nella nostra provincia, come futuro “Duce Leghista” all’ombra della Mole? Non è da escludere.
Di certo l’ambizioso Molinari deve pazientare ancora un po’ in quanto la base della Lega non se lo fila proprio e la magistratura lo processa.
Passi la mano, per esempio, a Emanuele Locci ad Alessandria che punta alla poltrona di sindaco per il centrodestra (sempre che Fernandel e i suoi non si mettano di traverso come al solito) e alla signora Gancia che punta alla segreteria regionale a Torino.
Domani si vedrà.
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